Da Il Corriere dello Sport:
L’ultima volta che ha visto una partita da spettatore era il ventotto ottobre scorso. Sarà un caso, ma è la data dell’ultima sconfitta in campionato della Roma. a Udine, la terza consecutiva che sembrava aver aperto un’altra volta le porte a una stagione di delusioni. Non è andata così e John Arne Riise è stato, e continuerà a esserlo, uno dei punti fermi della squadra giallorossa capace di risalire dall’ultimo al primo posto in classifica.
Claudio Ranieri, che ieri lo ha riempito di elogi rispondendo a una domanda (in inglese) di un giornalista norvegese, non ha mai voluto fare a meno del sinistro del roscio. E’ vero, nella rosa a disposizione del tecnico non è che ci sia stata un’alternativa per la fascia sinistra, ma è altrettanto vero che difficilmente, in ogni caso, Riise avrebbe avuto qualche turno di riposo.
Perché dopo una prima stagione in cui aveva fatto un po’ di fatica a metabolizzare il cambio dal calcio inglese al nostro, il norvegese è tornato ai livelli a cui aveva abituato i tifosi del Liverpool, corsa che è un piacere, dedizione totale, piede che non si tira mai indietro, sinistro che si sente il rumore in tribuna. Una presenza, in questa stagione arricchita anche da cinque gol in campionato, indimenticabile quella capocciata all’ultimo minuto a Torino contro la Juventus, una vittoria che nessun romanista potrà dimenticare mai.
Riise è diventato un fattore pesante in questa Roma che è tornata a far sognare tutta la sua gente. Uno di quelli insostituibili, anche perché dà quasi sempre la sensazione di non sapere cosa sia la parola stanchezza, anzi spesso il meglio lo ha dato nei finali di gara quando gli altri entravano in riserva, lui riusciva a fare la differenza, maglietta con le maniche corte a qualsiasi latitudine e via di corsa, vediamo chi ce ne ha di più. Pure per questo è diventato un idolo della Curva. C’era riuscito già nella passata stagione, figuratevi in questa dove ha anche dato ragione all’operazione di mercato voluta da Daniele Pradè, cinque milioni e mezzo per il cartellino, a ricordarlo oggi come si fa a non dire che sia stata un grande affare?
E’ un uomo derby, il norvegese. Dopo aver vissuto per anni quello di Liverpool che certo non è tenero, adesso vuole essere protagonista in questo di Roma, in una partita che mette in palio praticamente tutto, novanta minuti da vivere senza paura, quella che Riise non sa neppure cosa sia, novanta minuti per continuare a concretizzare un sogno.