Da La Gazzetta dello Sport:
Nomi da mormorare come un rosario, grani più vistosi di preghiere laiche coi tacchetti, a volte (non sempre) arrivate fino al cielo. Fulvio Bernardini, Amedeo Amadei, Alberto Orlando, Luciano Spinosi, Giancarlo De Sisti, Bruno Conti, Agostino Di Bartolomei, Giuseppe Giannini, Francesco Totti, Alberto Aquilani. Non tutti: i più. In questo elenco c’è anche lui, Daniele De Rossi – romanista e romanista come gli altri – che però ha segnato la sua unica rete in uno dei derby più malinconici della storia recente giallorossa, quello finito 4-2 (per la Lazio) lo scorso anno. Non a caso, l’11 aprile 2009, una volta vista la palla dentro la rete neppure esultò. C’era bisogno di tempo, ma quello che venne non bastò. Per questo a De Rossi manca qualcosa, forse un pezzo di sé, visto quanto vive a pelle questa stracittadina. «Troppo», diceva Spalletti. «Sono cambiato», ha ripetuto lui negli ultimi tempi. Possibile, ma non giurateci, visto che la sua gioia nello spogliatoio – dopo il derby d’andata vinto per 1-0 – è stata descritta come la più dirompente.