“Forza Totti”

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 Il Messaggero:

Er Pantera oggi è un affermato uomo d’affari (non solo) legati al pallone, oltre ad essere un sacco di altre cose. Miki Konsel, 48 anni, per due stagioni portiere della Roma targata Zdenek Zeman, vive a Vienna dove fa il telecronista per Sky Austria, dove ha una rubrica fissa sul Kronen Zeitung («Giudico le prestazioni dei portieri austriaci»), dove è ambasciatore di UniCredit per la Champions League («Lo stesso ruolo di Luis Figo»), dove gestisce una scuola-calcio per mini portieri, dove fa il pilota di auto e moto fuoristrada (oggi gareggerà a Cividale del Friuli), dove attraverso il suo sito ( konsel.com) organizza viaggi in ogni angolo d’Europa per facoltosi appassionati di calcio, «nell’ultimo anno sono stato sei volte all’Olimpico per altrettante partite della Roma: un tour di tre giorni, dieci persone al massimo, Vaticano, Fori Imperiali e stadio Olimpico», racconta.

Miki, capelli bianchi, fisico invidiabile, giacca nera con sotto una maglietta bianca con una pantera stilizzata (embè…), ieri era nella capitale in quanto Ambasciatore ( aridaje…) degli Europei di pallavolo che si svolgeranno l’anno prossimo nel suo Paese e in Repubblica Ceca: durante la conferenza-stampa in tedesco («Signori, ecco Konsel il pantera; anzi er pantera…», ha precisato la traduttrice) Miki ha parlato in italiano, spiazzando i suoi connazionali.

Konsel, la Roma è penultima in classifica…
«Lo so, lo so ma il campionato è appena cominciato. Vedere la Roma in fondo alla classifica fa un brutto effetto, però. Consierato quanto aveva fatto nel passato campionato, una sorpresa assoluta. Ma c’è tempo per recuperare».

Totti è finito sul banco degli imputati
«Non ci posso credere che Francesco sia il problema della Roma. Uno con la sua classe non potrà mai rappresentare un problema. E, poi, lui è figlio della Roma, lui ha la Roma nel sangue. Quando io arrivai a Trigoria, Totti era molto giovane eppure era già il capitano: ebbene, vi do la mia parola che è stato un capitano sempre perfetto. In campo e fuori. Come giocatore non si può discutere: come si dice, ha gli occhi dietro la testa? Esatto, proprio così. Un giocatore fantastico».

Cosa pensa degli attuali portieri della Roma?
«Julio Sergio para in modo strano, ma para. Ogni portiere, del resto, ha un proprio stile: l´importante è non far entrare il pallone in porta e Julio Sergio l´anno scorso ha parato benissimo».

Lo sa che Zeman è tornato ad allenare?
«No, dove?».

A Foggia, nell´ex serie C.
«Mi fa piacere. Io di Zeman ho un ricordo bellissimo, perché lui pensava solo per lo spettacolo. Le sue squadre inseguono un obiettivo su tutti: divertire la gente. Con il suo calcio io mi trovavo benissimo: dovevo giocare quasi al limite dell´area, dovevo usare spesso i piedi, fare uscite a metà campo ma mi divertivo da morire».

Un compagno romanista che ricorda con affetto?
«Tutti, nessuno escluso. Quando a Vienna c´è stata la mia partita d´addio al calcio, sono venuti tutti. Chi con un volo di linea, chi addirittura affittando un aereo pur di non mancare. Mi hanno fatto un regalo bellissimo. Per me giocare nella Roma, con campioni come Totti, Aldair o Cafu, è stato davvero un onore».

C´era anche Antonello Venditti, quella sera a Vienna.
«Esatto: mi dedicò una canzone, ´Grazie Miki´, sulle note di ´Grazie Roma´. Già, grazie davvero Roma…».

Perché?

«La Roma mi ha dato la possibilità di giocare al calcio ai massimi livelli, affrontrando avversari che si chiamavano Ronaldo, Zidane, Baggio, Vieri… Il meglio del meglio. Io la considero una fortuna, giuro. Ogni domenica un esame durissimo, pressione alle stelle. Io, però, con le tensioni mi trovavo a meraviglia: più la partita era difficile, più ero a mio agio. Questo perchè, a mio giudizio, la prima qualità di un buon portiere deve essere la testa, la capacità di essere concentrati, di sapere sempre cosa fare. Se non hai questa dote, le sole qualità tecniche non ti bastano. E io di testa ero fortissimo».

Oggi in giro non ci sono più molti grandi portieri.
«Vero, gente del livello di Kahn o Schmeichel oggi ce li sogniamo. C´è crisi di vocazione. In Austria facciamo fatica a trovare un portiere per la Nazionale… In Italia è rimasto solo Buffon, a certi livelli».

Il più bravo portiere al mondo?
«Non c´è un numero uno».

Quello che più le piace?

«Non mi piace nessuno in particolare. Per me, ai mondiali in Sud Africa il più bravo è stato lo svizzero Benaglio».


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