È tornato a Trigoria da pochi giorni, ma è stato già decisivo. Per Adriano, che lo cerca sempre, e per lo spogliatoio, che ha ritrovato in lui, Juan, il suo leader silenzioso. Senza contare, poi, il rigore che ha permesso alla Roma di portare a casa il trofeo del centenario del Levante. Niente di fondamentale, per carità, ma come ha dimostrato anche l’esultanza di Perrotta e Mexes, vincere fa sempre bene al cuore. E magari toglie anche un po’ di malumore. Perché il difensore brasiliano, titolare in Sudafrica, non è stato convocato per la prima gara del nuovo Brasile di Mano Menezes. Lui però in un’intervista a Globoesporte si è messo a disposizione della sua Nazionale: «Non so quello che ha in mente Menezes per il futuro della squadra, né sono a conoscenza della filosofia che vorrà adottare, ma sono pronto a dare una mano se lui vorrà». Il numero 4 giallorosso si sente in gran forma. «Ho fatto una buona preparazione per il Mondiale – ha detto – e ho raggiunto la migliore condizione. Speriamo di continuare così». La Roma non chiede altro: «Sono contento della mia prestazione – ha spiegato ancora – ho giocato 45 minuti e non ho avvertito problemi. Naturalmente ho ancora bisogno di qualche seduta di allenamento, ma è stato bello aiutare la squadra segnando il rigore decisivo per la vittoria». Juan ha grandi ambizioni per quest’anno: «La società ha rinforzato la squadra. Sappiamo che le aspettative su di noi saranno maggiori dello scorso anno e cercheremo di fare meglio». Questo è il suo umico obiettivo. La Seleçao, almeno per ora, può aspettare.
Juan e la sua Roma
di 8 Agosto 2010Commenta