Dal Romanista:
E’ uno dei «pretoriani» di Dunga. Lo ha anche detto, a chiare lettere: «Lui ha rivalutato il lavoro dei difensori ed è un fatto positivo in un Paese in cui si predilige il calcio offensivo». Al suo secondo tentativo, Juan cerca la grande affermazione internazionale che sino ad ora gli è mancata. «Brucia» l’avventura di quattro anni fa, quando il Brasile delle Stelle si segnalò soprattutto per le polemiche, la vita abbastanza bella e i risultati decisamente deludenti. «Giocherò questo Mondiale come se fosse l’ultimo», dice il romanista che sa di avere a disposizione la grande occasione della vita. Viene da una stagione straordinaria con la Roma dopo aver sofferto molto negli anni passati, infortuni, poche partite, il rischio di trasformarsi in un «oggetto misterioso». Per molti dei suoi compagni è l’occasione da non perdere. «Per me, Lucio e Julio Cesar sarebbe straordinario vincere il Mondiale dopo aver vinto tutto con l’Inter», ha detto ieri Maicon. E lui, Juan, il grande avversario dell’interista nella sfida sull’asse Milano-Roma, per una volta concorda. Con Lucio, poi, i rapporti sono amichevoli, cementati negli anni della comune militanza al Bayer Leverkusen. D’altro canto nel personale albo d’oro con la Seleçao manca soprattutto quest’ultimo, grande successo: due Coppe America, due Confederations Cup. Ma si sa, la perla più preziosa è il Mondiale e a trentuno anni potrebbe non esserci un’altra occasione perché quando Blatter celebrerà il suo Rito in Brasile, di anni lui ne avrà trentacinque: strappare una convocazione non è impossibile ma è impresa difficile.