Unicredit-Italpetroli: accordo vicino. Secondo la Gazzetta dello Sport lunedì nello studio di Cesare Ruperto sarà firmata l’intesa:
Forse è stato solo un lapsus freudiano. Oppure la sa parecchio lunga. «Vigiliamo sul destino della squadra — ha ribadito ieri mattina — ma non possiamo fare altrettanto sull’aspetto economico, perché la Roma appartiene solo alla società e alla banca». Alla banca? Di già? Non gli è scappata, il sindaco deve sapere il fatto suo. «Vogliamo una Roma forte e senza problemi di finanziamento alle spalle», dice senza mezzi termini. Ultime ore. Eccoci qua, ha tutti i crismi dello sdoganamento. E perso pure l’ultimo sostegno, il destino di Rosella Sensi sembra segnato. Lunedì la Roma (insieme agli asset di Italpetroli) sarà davvero della banca, che la affiderà in gestione ad un advisor per valorizzarla e venderla al miglior offerente? Lei avrà l’ultima parola, il potere di firma. I suoi avvocati, uno staff guidato da Agostino Gambino, hanno esaurito il proprio compito. «Abbiamo fatto tutto quello che dovevamo, a questo punto non dipende più da noi», dicono al termine dell’ultimo incontro con i colleghi che rappresentano UniCredit. Tradotto: i legali hanno creato tutti i presupposti, limando le ultime distanze, perché l’accordo tra la Sensi e la banca sia firmato lunedì nello studio di Cesare Ruperto, evitando che l’arbitrato vada a sentenza e la Italpetroli, nel frattempo, fallisca. I termini dell’intesa, probabilmente, ieri sono stati messi nero su bianco: la banca si prende la Italpetroli, con dentro la Roma, la Sensi non ha più debiti (nemmeno con Monte dei Paschi) e le resta un’ottima buonuscita, diciamo sui 30 milioni.