Fabio Cannavaro, il Capitano, parla per ultimo: l’Italia sta per abbandonare definitivamente il Sud Africa (partenza alle 22 da Johannesburg con scalo a Roma e arrivo a Milano) e l’ultimo ad esprimersi in conferenza stampa è il Pallone d’Oro del 2006 che ha moo di toccare più di un argomento di interesse. Un dato, tuttavia, emerge con chiarezza: per Cannavaro, i motivi della figuraccia vanno ritrovati in Italia, dove i club di A non garantiscono il ricambio necessario.
PESSIMA FIGURA. “E’ stata una delle serata più brutte della mia carriera, nessuno si sarebbe aspettato un mondiale così, di uscire da ultimi nel girone. Nessuno si sarebbe aspettato questa mancanza di gioco, un risultato del genre. Sapevamo che rivincere il mondiale sarebbe stato difficile, ma la speranza era andare più avanti e non uscire subito. C’è mancata una vittoria, ne avessimo vinta una sarebbe stato tutto diverso“.
PAURA ECCESSIVA. “Popo la prima partita era fiducioso, il mondiale è una manifestazione a parte, quello che fai prima non conta. Il fatto di non aver vinto la seconda gara contro la Nuova Zelanda ha condizionato molto. Il primo tempo di ieri con la Slovacchia è lo specchio del nostro mondiale. C’era, paura, insicurezza. E’ stato un primo tempo bruttissimo e non è bastata una bona ripresa a cambiare le cose. Il gioco? A volte dipende anche da chi hai davanti. Nelle prime due partite era difficile trovare spazi e creare qualcosa, ma contro la Slovacchia abbiamo completamente fallito, è stata la nostra peggior partita. Eravamo tesi, volevamo giocare in modo diverso ma eravamo bloccati, non riuscivamo a fare due passaggi in fila“.
RESPONSABILITA’. “Problemi? Ogni paese ha i suoi. E’ da un po’ che lo dico, il nostro meccanismo deve cambiare. Basta vedere i nostri stadi, la cultura che c’è quando andiamo a vedere la partita. Bisogna investire su giovani, se non investi finisce che affronti un mondiale dopo averne vinto uno e fai fatica. Tutti i club devono capire che il fallimento della nazionale è anche il fallimento dei club“.
LA FACCIA. “Le critiche bisogna prendersele, abbiamo l’esperienza per affrontare questa situazione. Ci mettiamo la faccia. La cosa importante è che da questa sconfitta si riparta per il futuro. Se non cambiamo ci mettiamo altri 26 anni per vincere un mondiale. Qualcuno deve prendersi la responsabilità e fare qualcosa di diverso. In giro non ci sono i Totti i Del Piero. Perché ho continuato? Sarebbe stato più facile lasciare dopo il 2006. Non mi sembrava giusto. Penso di aver fatto quello che potevo fare. Sono sereno. Ci metto la faccia“.