Stefano Guberti si presenta ai tifosi della Sampdoria, attraverso il sito ufficiale della società blucerchiata:
Il motore romba verso il mare, il navigatore segna Genova. Mancano 200 chilometri alla meta. La sponda è quella blucerchiata e Stefano Guberti non potrebbe essere più soddisfatto. Venticinque anni compiuti a novembre, l’esterno sardo è partito dalla Roma giallorossa in direzione Sampdoria con entusiasmo e le idee ben chiare in testa. «Arrivo per dare una mano e il mio contributo, senza pretese e senza rivincite da prendere con nessuno – comincia il nuovo numero 18 doriano -. Ho solo il desiderio di mettermi a disposizione del mister, apprendere al più presto le sue direttive e ripagare la fiducia, dando il massimo per questa squadra».
Squadra che trovi in un momento non particolarmente brillante. Da fuori come l’hai vista?
«Prima di Natale sono venuto a Marassi con la Roma e ho trovato una squadra in salute. Capitano questi periodi nell’arco di un torneo, ma la Samp è forte, ha giocatori di primo piano come Cassano, Pazzini e Palombo e credo bastino due o tre risultati positivi per invertire la tendenza».
Tendenza che anche tu, sul piano personale, vorrai invertire: un buon avvio con Spalletti, titolare in campionato e in Europa League, poi l’arrivo di Ranieri ti ha scombinato i piani…
«Per il momento alla Roma non voglio pensare. La prima parte di stagione non è andata affatto male, poi, con l’arrivo di un nuovo allenatore, ho trovato un’altra realtà; ma ripeto non ho nulla da recriminare e la scelta di trasferirmi penso sia stata quella migliore».
Avevi, come al solito, un’infinità di pretendenti. Come mai la Sampdoria?
«Ho deciso di venire qui perché la Samp s’è rivelata la società con maggiore interesse per me, dimostrando di volermi con più insistenza. Avevo già sentito il direttore Marotta e Del Neri un mese fa ed entrambi mi avevano consigliato di venire. E poi ho scelto questa piazza proprio per il mister e per il suo gioco che punta molto sulle corsie laterali».
Sei un esterno di centrocampo. Meglio la sinistra della destra, vero?
«Sì, negli ultimi tempi ho giocato prevalentemente sulla mancina. Pur essendo un destro, credo sia quello il ruolo più congeniale alle mie caratteristiche, ma non avrei alcuna preclusione ad essere impiegato sulla fascia opposta: mi adetterei senza problemi».
Da una parte o dall’altra, la tua arma è l’offesa?
«Sono un’ala offensiva, penso che la mia virtù principale sia quella di saltare l’uomo e di avere una buona velocità, senza disdegnare cross per le punte e magari qualche gol, come mi è capitato soprattutto a Bari».
Proprio a Bari, la scorsa stagione, hai fatto sfracelli – 18 partite e 9 gol – nel 4-2-3-1 di Conte. Più o meno simile alla mediana a quattro di Del Neri?
«Ovviamente, non essendo ancora arrivato, non posso conoscere il modulo del mister, ma a dire il vero, è proprio il 4-4-2 lo schema che ho fatto più spesso in carriera. L’ho fatto ad Ascoli, ad esempio, nell’annata del mio esordio in massima serie».
Serie A assaggiata, ma presto abbandonata. Arrivi in prestito, qual è il tuo obbiettivo da qui a giugno?
«Già a febbraio, quell’Ascoli era praticamente retrocesso e poi la mia carriera ha toccato l’apice in B, proprio l’anno scorso a Bari. Ovvio, le ambizioni sono quelle che ti spingono a fare bene e ad andare avanti. Ho soltanto venticinque anni e il mio obbiettivo è dimostrare di essere un calciatore di Serie A: farlo alla Sampdoria, in una piazza calda e di fronte ad una tifoseria simile sarebbe davvero fantastico».
jeko 13 Gennaio 2010 il 15:31
Per Stefano non poteva esserci destino migliore: squadra di prestigio, piazza importante e necessità di rilancio.
Il fatto che il prestito sia senza possibiltà di riscatto è emblematico: Stefano è un ottimo giocatore e quindi potrebbe essere ancora utile alla Roma, indipendemente dal modulo adottato. IN BOCCA AL LUPO, STEFANO!