Ranieri: “Menez miglior giovane, scudetto possibile. Mou non mi manca”

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 Dal Romanista:

Mister, benvenuto.Grazie per avermi ospitato. Io sono un lettore del Romanista. Ho sempre detto che non leggo niente però poi le cose le so sempre. L’allenatore deve essere così”.
Pastore, Hernanes e Menez. Chi è il più  forte? Io Menez lo metto al primo posto. E’ il miglior giovane del campionato italiano. Deve riuscire a dosare bene le sue forze. Dopo la gara con la Juventus ho parlato con lui, gli ho chiesto se era stanco visto che non lo tengo mai in campo per novanta minuti (ride). Per me lui fa innamorare il pubblico, noi addetti ai lavori dobbiamo fare innamorare il pubblico, poi è logico che un allenatore ha anche il compito di far quadrare i conti. Lui è un perfezionista, non si vuole bene: si incavola come un pazzo se sbaglia un passaggio e questo non va bene perché poi si abbatte, si colpevolizza. E questo non va bene.
Come si fa a conciliare, Menez, Totti, Vucinic, Borriello e Adriano? Tutti quanti insieme non si possono conciliare. Nemmeno il Brasile mette tutta questa carne al fuoco. Ho sempre detto che la rosa della Roma è più competitiva perché ci sono dei giocatori di grossa importanza per poter sopperire a eventuali deficit, squalifiche o scadimenti di forma di un giocatore. E’ una cosa che soltanto le grandi squadre hanno. Finora la filosofia della Roma è stata quella di avere 12-13 giocatori e poi tutti ragazzi che accettavano senza problemi la panchina. E’ la cosa più semplice… ma noi vogliamo tentare di costruire qualcosa per il futuro e pensare in grande o vogliamo restare sempre così? Tutti sono contenti, l’allenatore fa giocare sempre i soliti, poi se va bene ok, sennò è uguale… Ma questo non è pensare in grande, non significa tentare di costruire qualcosa che possa combattere con le superpotenze del nord. Questo è il mio modo di vedere. Ci sono dei giocatori importanti che però in una grande squadra devono saper stare lì… Se alla fine dell’anno oppure a Natale le cose non gli staranno bene, allora verranno, busseranno e chiederanno di andare via.
Si può vincere lo scudetto? Io sono un tifoso della Roma, e chi più di me vuole vincere? Cosa avrei dato lo scorso anno per vincere? Se io adesso vi do il titolo: «Vinciamo lo scudetto», a che pro lo faccio? Io ho detto che lo scorso anno abbiamo fatto 80 punti, siamo arrivati secondi, è logico che vogliamo migliorare. E forse il campionato stavolta si vince a meno punti. Noi abbiamo tutto, abbiamo gli ingredienti per fare un ottimo campionato. Ma nello sport non è detto che poi succeda. Io dico ai tifosi di starci vicini, di incoraggiarci e di criticarci, con la consapevolezza che questa squadra più riceve affetto e più vola. Noi adesso stiamo riprendendo una striscia di risultati positivi, abbiamo ancora altre partite difficili. Con l’Udinese non sarà facile perché l’Udinese, come la Roma e la Fiorentina, stava in crisi e ora ha ripreso a giocare dato che i suoi giocatori sono bravi, bravi, bravi, e non potevano stare lì sotto. Il presidente Pozzo è stato bravo a non cacciare Guidolin, lo ha lasciato lavorare e ha fatto bene. Noi dobbiamo continuare, abbiamo un calendario complicato.
Mourinho ti manca? Ma perché mi deve mancare? Manca a voi che vi dava degli spunti importantissimi. E’ un grande allenatore, ma anche un gran furbo… è unico. Tanto di cappello. Io lo stimo perché è un grande personaggio.
Sei tu il Mourinho di quest’anno? Stai rispondendo colpo su colpo a tutti. Non ho paura di metterci la faccia ogni volta. Sono pagato per metterci la faccia sempre. Quando le cose vanno bene non vorrei nemmeno parlare, non mi importa. Io non posso essere Mourinho, però capisco che quando le cose vanno male il responsabile venga fuori a rendere conto. A volte però ne sento troppe… Mi arrabbio quando proprio non se ne può fare a meno. Mi sono arrabbiato dopo l’arbitraggio di Brescia, ma l’errore del singolo ci sta. O accettiamo o facciamo tutti casino. Questo non mi piace, però ogni tanto bisogna farsi sentire.


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