Il Corriere dello Sport ha intervistato il difensore della Roma Juan. Ecco le parole del brasiliano giallorosso:
La vittoria di Milano ha riaperto il campionato «La Roma deve ripartire da lì, perchè al di là della vittoria, a San Siro abbia mo giocato molto bene, da squadra. Contro le grandi abbiamo dimostrato le nostre potenzialità. Abbiamo battuto Inter, Milan e Lazio, abbiamo pareggiato a Torino. Dobbiamo trovare più continuità. Questo deve essere il nostro obiettivo nel nuovo anno. Continuando a giocare come a Milano».
C’è il rimpianto per aver perso punti importanti per strada? «Ho il rimpianto di non aver vinto lo scudetto in questi quattro anni, ci siamo andati molto vicini, in un paio di occasioni era alla nostra portata. E’ un peccato non esserci riusciti».
Cosa è mancato alla Roma quando è arrivata a un passo dal titolo? «Credo che negli anni passati abbiamo avuto la sfortuna di trovare sul nostro cammino un’Inter fortissima, la più forte in Italia e anche in Europa. Ha fatto grandissime cose. Quest’anno le cose sono cambiate. Il campionato è più equilibrato e ci sono i margini per recuperare. Lo scorso anno o tre anni fa sarebbe stato più difficile rimontare. Per fortuna quest’anno possiamo giocarcela, sette punti dal primo posto non sono proibitivi».
Con il nuovo anno l’Inter riparte con Leonardo «Ha fatto bene al Milan e meritava un’altra chance con una squadra di alto livello. Ma mai avrei pensato che potesse andare all’Inter. Mi fa piacere, perché è un altro allenatore brasiliano che guida una squadra importante. E’ abituato a lavorare a certi livelli. Non credo che incontrerà difficoltà. Conosce la città, la squadra e poi troverà tanti giocatori di esperienza che possono aiutar lo. Questo sicuramente è un vantaggio».
Intanto Ronaldinho sta per lasciare il Milan «Al Milan e prima ancora al Barcellona ha dimostrato di essere un campione. Ognuno sceglie la squadra che va bene per lui. Se parte avrà avuto i suoi motivi».
A proposito di brasiliani, nella Roma c’è il dualismo tra Julio Sergio e Doni. Lei da connazionale e amico cosa ne pensa? «Che non è un problema per lo spogliatoio. In una squadra che vuole vincere ci deve essere competitività. E nel la Roma è così, non solo per i portieri. Per me è una situazione normale in una grande squadra. Poi è sempre l’allenatore che decide».
Con lei rientreranno anche gli altri brasiliani, compreso Adriano. Poco prima di Natale l’attaccante ha deciso di restare. Lo ha aiutato a convincersi? «Mi fa piacere che resti e ha fatto la scelta giusta. Vorrà dimostrare a Roma di essere tornato quello di quattro anni fa. Abbiamo visto a San Siro che è utile alla squadra, sa difendere il pallone, lotta. Se non avrà infortuni e potrà allenar si con continuità potrà dare una mano nella nostra rincorsa. E’ un giocatore speciale, può fare la differenza e mi aspetto molto da lui per il 2011. Su questo ci scommettiamo. Si sta comportando bene. Adriano se sta a posto fisica mente può fare grandi cose. Nell’ultimo mese ha trovato la forma fisica ideale e spero che da gennaio possa aiutarci. Ci siamo incrociati al parcheggio per la Parata delle Stelle, è carico e non vede l’ora di tornare in campo. Comunque è sempre difficile dare consigli a un compagno. Gli ho spiegato un po’ di cose di Roma, gli ho detto che bastano due partite per cambiare tutto e questo è successo anche a lui. Ha incontrato qual che difficoltà all’inizio, ma ormai sono superate».
La Roma ha tre centrali tra i più fo ti al mondo, ma la difesa continua a prendere troppi gol. Perché? «Il discorso non riguarda un singolo reparto. Magari a volte succede che tutta la squadra non riesce a fare un buon lavoro. Ma nelle ultime partite siamo migliorati molto, ci sono state gare in cui non abbiamo preso gol, non solo a Milano. Quella di San Siro comunque resta una partita da portare da esempio per quello che dobbiamo fare in fase difensiva. Abbiamo concesso pochissime occasioni».
Le dispiace non essere stato preso in considerazione per il nuovo corso della Nazionale brasiliana? «Il discorso non lo considero chiuso. Ci aspettavamo un periodo di cambia menti dopo il Mondiale. Bisognava voltare pagina e puntare sui giovani, è giusto così. Il nuovo c.t. ha detto che all’inizio difficilmente avrebbe puntato sui centrali che avevano disputato il Mondiale. Io spero di fare bene nella Roma e poter tornare in Nazionale. Se mi chiama è sempre un piacere giocare per la rappresentativa del mio Paese. Se non mi chiama rispetterò le sue scelte e cercherò di fare sempre meglio. Non sarò mai io a chiudere le porte alla mia Nazionale».
Torniamo al campionato. Qual è l’avversaria più insidiosa nella lotta per lo scudetto? «Quest’anno ci sono quattro o cinque squadre che possono arrivare in fondo. Non è una lotta a due come negli anni passati. Il Milan finora ha avuto più continuità e merita il primo posto. La Lazio sta lì e gioca bene. La Juventus e il Napoli possono dire la loro. Inoltre l’Inter con Leonardo risalirà sicuramente».
Quest’anno la rosa della Roma è più competitiva e anche più numerosa. C’è stato qualche malumore nell’accettare la panchina. Lei pensa che Ranieri riesca a gestire la situazione? «Penso che sia possibile senza problemi. Lo scorso anno quando è arrivato la squadra stava molto male. E’ sempre più facile quando arrivi in un ambiente nuovo e i risultati ti danno subito ragione. E magari qualche problema che c’era non è venuto fuori. Quest’anno i risultati all’inizio non arrivavano e c’è stato un po’ di nervosismo. Ma si sono ingigantite situazioni che non esistevano. Io non credo che ci siano problemi all’interno dello spogliatoio. Il gruppo c’è, è compatto. Parliamo molto tra noi. Si parla di tutto, soprattutto di vincere. I problemi sono più all’esterno che al l’interno».Tra i brasiliani è in partenza Julio Baptista «Se va via mi dispiace, è un amico, gli voglio bene. Ma le decisioni spettano a lui e alla società».
Avete chiuso il 2010 con il maggior numero di punti conquistati. Il 2011 può essere l’anno della Roma? «Può esserlo, dipende solo da noi. Per centrare qualche traguardo importante dobbiamo dare il massimo e vogliamo farlo, continuando a lavorare con l’obiettivo di regalare ai nostri tifosi grandi soddisfazioni. Speriamo che sia un anno più bello e più… concreto».
Capitolo società. La Roma è in vendita. Lei da giocatore e da professionista che ha dimostrato attaccamento alla maglia cosa si aspetta? «Non mi piace entrare in questi argo menti, io preferisco parlare sul campo. Mi auguro il meglio per la Roma. Spero che finisca in buone mani e che chi arriva si impegni per costruire una Roma più forte. Per fare una squadra di alto li vello ci vuole una grande passione».
Il suo futuro, la Roma. E poi? «Ho un contratto con la Roma fino al 2013 e lo voglio rispettare. Poi, se le porte fossero aperte, vorrei tornare al Flamengo. Lo penso da quando sono andato via».