Da La Gazzetta dello Sport:
Non è la prima volta da ex, ma giocare contro l’Inter non sarà mai una cosa normale per Nicolas Burdisso. Cinque anni in nerazzurro, la malattia della figlia Angelina -una leucemia acuta -per fortuna poi guarita, il passaggio dalle stagioni delle beffe a quelle dei successi, la famosa rissa di Valencia, il privilegio di essere l’ultimo giocatore dell´Inter ad indossare la maglia numero 3, quella di Giacinto Facchetti. Poi, nel 2009, il trasferimento alla Roma, in prestito.
OTTO MILIONI – Il 28 agosto 2010 l’annuncio, tra squilli di tromba e la felicità delle casse interiste per la conclusione della vertenza: Burdisso definitivamente alla Roma per la modica cifra di 8 milioni.
IL CARATTERE – E’un argentino tutto d´un pezzo, Nicolas. Uno di poche parole. Diffidente. Origini italiane, ma indio nell´animo. Pochi amici, tra i quali il brasiliano Juan, e sicuri. Poche chiacchiere e molti fatti. Il senso della famiglia: è il secondo padre del fratello Guillermo L’orgoglio di chi non abbassa lo sguardo e ha la forza di contrapporsi persino al totem Totti: è accaduto in Champions visione, la notte di Cluj-Roma. Carattere mica facile, quello di Burdisso, capace di discutere anche con chi lo ha fortemente voluto a Roma: Claudio Ranieri.
LA STAGIONE Non è stata una stagione facile per il difensore argentino, finora. Il ritorno ad alti livelli di Mexes ha creato una specie di ballottaggio. La squalifica del francese, scellerato nell´insultare il quarto uomo Guida dopo Roma-Brescia, gli ha spalancato le porte del ritorno a tempo pieno. Burdisso dovrà fronteggiare Eto´o e, soprattutto, Pazzini, l’ex sampdoriano che lo scorso 25 aprile ammazzò i sogni di scudetto della Roma.