Da Il Tempo:
Sarà il derby della vita: per tutti. Per la Roma che da ora in poi non può più sbagliare nulla se vuole tornare in vetta alla classifica. E per la Lazio che adesso è arbitro vero della volata-scudetto. Una corsa che vede i rivali di sempre, gli scomodi, numerosi e «caciaroni» cugini, a un passo dal sogno che se diventasse realtà trasformerebbe, per la quarta volta nella storia, di nuovo la capitale in una bomboniera giallorossa. E ieri sera per un po’ ci hanno creduto Totti & Co., hanno sperato, perché giocare il derby con qualche metro d’ossigeno in più non avrebbe fatto per nulla male alla Roma. Ma la Juve (per altro rimasta in dieci dopo 37’) non ha retto oltre settantacinque minuti contro un’Inter che s’è ripresa, seppur momentaneamente, la vetta della classifica. Città muta ieri sera, strade deserte mentre a San Siro si giocava il derby d’Italia. Aspettando il suo turno Roma s’è divisa anche nel tifo: ovviamente. I romanisti, per una volta, tutti a tifare Juventus, sperando che a Del Piero & Co. riuscisse il miracolo di rallentare la rincorsa della corazzata nerazzurra.
I laziali tutti lì a sperare nell’Inter perché l’ipotesi scudetto giallorosso è lì a terrorizzarli: e giustamente. Discorso più o meno simile con i giocatori piantati davanti alla tv. Totti a casa con famiglia al gran completo e amici: stessa cosa per Juan e Cassetti grande protagonista dell’ultima stracittadina della capitale. Bruno Conti da solo nella sua casa di Nettuno, mentre i due portieri brasiliani Artur e Doni l’hanno vista insieme a casa. C’era poi un nutrito gruppo d’ascolto di giocatori a casa-Vucinic. Mentre Montali è rimasto «blindato» a Trigoria. Suppellettili son volati giù dalle finestre laziali quando Eto’o prima e Milito poi hanno sbagliato l’impossibile sotto la porta bianconera ormai presa d’assalto. La replica romanista, con scaffali, bidet e lavatrici (altro che capodanno), quando al 75’ Maicon ha stampato nella rete bianconera l’1-0: mentre i laziali tirano un bel sospiro di sollievo. Il 2-0 di Eto’o consente un sonno tranquillo ai laziali e mette nelle mani dei giallorossi, calendario alla mano, il proprio destino: ora dipende solo dalla Roma.