Inghilterra-Montenegro alle porte con tanto di ticket per l’accesso agli europei del 2010. E’ lo spunto che consente a Fabio Capello, Ct inglese, di prodigarsi in un elogio significativo nei confronti della nazionale montenegrina in generale e di Mirko Vucinic in particolare. Da Il Romanista:
«E’ incredibile. Se cominciamo già a pensare alla possibilità di conquistare il secondo o il primo posto nel girone, avremo dei problemi ». Mirko Vucinic dal ritiro della sua nazionale predica calma. Ma non è facile, perché l’intero Montenegro ora gli chiede l’impresa delle imprese: fare risultato a Wembley.
Dopo le tre vittorie nelle prime tre partite di qualificazione all’Europeo, è proprio la squadra di Mirko la grande rivelazione. Domani ci sarà la prova di maturità contro l´Inghilterra di Capello. Mentre l’attaccante giallorosso fa il modesto, è Don Fabio a mettere le mani avanti e a spiegare i suoi timori per le qualità di Mirko. «Ho visto le partite del Montenegro – ha detto il tecnico friulano -. Hanno giocato molto bene sono una squadra pericolosa. Fanno il contropiede molto, molto veloce e la qualità dei loro attaccanti è veramente buona». Dice attaccanti, ma avrebbe anche potuto parlare al singolare. «Vucinic è molto pericoloso – ha proseguito Capello – è un giocatore rapido sotto porta. Lo seguo da quando allenavo in Italia». Ovvero fino al 2006, quando Mirko era ancora al Lecce. Quello della Roma lo ha visto solo a distanza, ma basta e avanza per non lasciargli dormire sonni tranquilli. Forse perché sa bene quanto possano essere geniali le giocate dei talenti montenegrini. Anzi, forse lui lo sa meglio di chiunque altro per aver avuto in squadra, ai tempi del Milan, il giocatore di cui Vucinic è il degno erede: un certo Dejan Savicevic. Lo ebbe con sé per 4 anni e se Capello in bacheca ha una Coppa dei Campioni lo deve proprio al suo Genio. Maggio 1994, Atene, il Milan schianta il Barcellona 4-0 e si porta a casa la coppa dalle grandi orecchie. In quella partita Savicevic tirò fuori una prestazione e un gol pazzesco. Ma tra i due è sempre stato un rapporto fatto di amore e odio. Lo stesso Savicevic, oggi presidente della federcalcio del suo Paese, ha ricordato quel periodo in una intervista al Sun: «A volte abbiamo avuto una relazione davvero difficile. Non mi mandava in campo, era frustrante. Non ero mai d´accordo con lui. Forse era il mio approccio a essere sbagliato». Il tempo, si sa, cicatrizza quasi tutte le ferite, e ora i due si sono riavvicinati: «Con Capello poi abbiamo parlato e non c´è più alcun problema tra noi, non vediamo l´ora di andare in Inghilterra». Riappacificati. Ma, se don Fabio non si fidava di Savicevic quando lo aveva con sé, a maggior ragione non si fida adesso del nuovo Savicevic, ovvero di Vucinic. Che intanto si gode la testa del girone e la posizione numero 40 nel ranking Fifa. «E’ una sensazione incredibile – ha spiegato l´attaccante giallorosso -. Eravamo nuovi nel calcio internazionale e non avevamo molta esperienza. Abbiamo dovuto acquisirla mentre giocavamo match importanti. Ora è sotto gli occhi di tutti che siamo una squadra che sa giocare a pallone. Stiamo cominciando a giocare ai nostri livelli. Siamo in una ottima posizione e abbiamo grandi ambizioni». Giustificate, soprattutto se Vucinic continuerà a segnare con questa regolarità (quella che gli è quasi semp e mancata alla Roma). Tanto più che Mirko è da sempre l´uomo delle partite importanti. Come contro il Manchester United nella gara di andata dei quarti della Champions 2006-2007, o come contro il Chelsea al quale segnò addirittura una doppietta nel 2008-2009. Capello lo sa, e per questo lo teme. Perché domani c´è Wembley, il palcoscenico giusto per Mirko. Per ritrovarsi definitivamente e per far poi brillare la sua stella anche alla Roma.