Cartellino giallo. La tessera del tifoso, così com’è, non va. Lo ha stabilito ieri il Garante per la privacy. Chi aderisce al programma della tessera del tifoso – ha stabilito l’Authority – deve essere informato in modo chiaro e dettagliato sull’uso dei dati personali forniti al momento della sottoscrizione.E inoltre deve essere messo in condizione di poter scegliere liberamente se autorizzare l’uso di questi dati anche per finalità di marketing e pubblicità. Il problema non è la rintracciabilità del tifoso tesserato attraverso il dispositivo a radiofrequenza, l’rfid. Perché, come spiega il Garante, questo è “leggibile” ad una distanza non superiore a 10 centimetri dai lettori posizionati ai tornelli di ingresso dello stadio. Quindi, è assolutamente impossibile che un tifoso possa essere, come invece temeva qualcuno, a distanza. No, sotto il profilo della privacy la vera carenza è altrove. L’Autorità, nel suo provvedimento, ha stabilito che «le società sportive dovranno migliorare l’informativa da dare ai tifosi, mettendo ben in evidenza i trattamenti di dati che non richiedono il consenso, perché connessi al rilascio della tessera, e quelli che possono essere effettuati solo su base volontaria e con un consenso ad hoc (marketing, profilazione, invio di comunicazioni commerciali)».
Il Garante rimanda la Tessera del tifoso
di 13 Gennaio 2011Commenta