L’avversaria: L’imprevedibile Chievo di Di Carlo

di Redazione Commenta


L’AVVERSARIA. Sabato 9 gennaio ore 18 stadio Olimpico: Roma-Chievo. Il Chievo Verona somiglia al Cagliari: due squadre solide e arcigne, con difese attente e chiuse, centrocampi muscolari imbottiti di uomini di fatica, attacchi tonici e funzionali alla coralità del gioco. Neppure gli uomini di Mimmo Di Carlo, come quelli di Massimiliano Allegri, vantano in rosa il fuoriclasse in grado di garantire il salto di qualità ma la forza del gruppo in quota al club di Luca Campedelli – maggior azionista dell’azienda dolciaria Paluani – è quella di assemblare 90′ all’insegna di una pressione costante.
Squadre da metà classifica, lo dice la graduatoria, alla ricerca di una salvezza immediata che possa consentire di guardare, all’occasione, un po’ più in là. L’Europa League, per entrambe le formazioni, equivarrebbe a uno scudetto. Team abituati per antonomasia a soffrire fino in fondo, a non mollare mai: se allo spirito di sacrificio, poi, aggiungiamo una qualità generale quantomeno discreta, ecco spiegato l’appellativo di squadre “rivelazione” che, da inizio stagione, tanto i veneti quanto i sardi si portano dietro. Claudio Ranieri lo sa bene: distrarsi un attimo, con club di tale struttura, significa pagarla cara. Il 2-2 di Cagliari insegna in tal senso qualcosa.
CHIEVO VERONA STORY. La seconda squadra di Verona, dopo decenni di grande calcio osservato dalla finestra per l’ombra – pesante come un macigno – dell’Hellas Verona, si è trovata in un colpo solo a rappresentare il mondo del pallone che conta a nome della città di Giulietta: hanno contribuito, in tale ottica, sia la crescita del Chievo – una scalata incredibile cominciata nel 1929 con l’iscrizione al campionato dei Liberi Veronesi e culminata con l’approdo in serie A in seguito alla storica promozione dalla Cadetteria nel 2000/01 – che il declino penoso dell’Hellas – dallo scudetto conquistato nel 1984/85 alla miseria dell’attuale militanza in Lega Pro.

Nasce tutto per gioco, in casa Chievo, il cui nome originario era Opera Nazionale Dopolavoro Chievo, club fondato nel 1929 su iniziativa di appassionati di calcio del quartiere veronese di Chievo. Anni di seconda categoria veronese, interruzione nel corso della seconda guerra Mondiale e poi, siamo nel 1948, la società venne rifondata come A.C. Chievo e si iscrisse alla Seconda Divisione. Anni di fatica tra Prima Divisione, Prima Categoria e Promozione (siamo a metà dei Settanta). Poi la serie D e nel 1980/81 il club assume la denominazione di A.C. Paluani Chievo. Cinque anni di Interregionale (dal 1981/82 al 1985/86), tre di serie C2 (dal 1986/87 al 1988/89, quando arriva primo in campionato): il sogno inizia ad alimentarsi con la promozione in C1 che corrisponde anche al momento in cui la società acquisisce la denominazione attuale, A.C. ChievoVerona Srl. Cinque anni di anticamera fanno da proscenio al salto di categoria: è il 1993/94 quando il Chievo Verona sbanca la C e conquista la promozione in Cadetteria. Il 1993/94 è l’anno della conquista della serie B: sette stagioni alla ricerca del Paradiso, con epilogo lietissimo nel 2000/01. Serie A ottenuta grazie al terzo posto in B, nella circostanza Campedelli disse: “Per me è come se fosse un sogno, quando mi sveglierò, vi saprò dire”. El Cèo (così il club in veneto) nella massima serie per sei annate nel corso delle quali i gialloblu accarezzano la felicità del quinto posto (2001/02), assaggiano la paura di una quasi retrocessione (quindicesimo nel 2004/05), agguantano il quarto posto nel 2005/06 (in seguito alla sentenza della Caf), vivono aria di Champions League con eliminazione al terzo turno preliminare e provano l’amarezza della retrocessione (2006/07) in seguito al diciottesimo posto racimolato in un campionato. Purgatorio di un anno: conquistato il primo posto in cadetteria, il Chievo torna in A e chiude il camponato 2008/09 al sedicesimo posto.
CHIEVO VERONA 2009/10. S’è detto: ventiquattro punti in diciotto gare, media salvezza e qualcosa di più. Più punti fuori casa (13) che tra le mura amiche (11), sette le vittorie totali (4 quelle in trasferta) a fronte di tre pareggi e otto sconfitte. Perfetto equilibrio tra i gol fatti (venti) e quelli subiti (altrettanti): 11 i gol (realizzati e incassati) al Bentegodi a fronte dei 9 (presi e dati) fuori casa. Solo cinque squadre hanno fatto meglio del Chievo in fase difensiva (Inter, Milan, Fiorentina, Bari e Lazio) mentre l’attaco – poco profilico – è da paly out. Sergio Pellissier e Michele Marcolini sono i più prolifici: quattro reti a testa, segue con una lunghezza di distanza Giampiero Pinzi (fermo a tre). Già questo dato dà modo di individuare il punto di forza di una squadra che ha tra i pali una sicurezza chiamata Stefano Sorrentino (portiere seguito anche dalla Roma nel corso dell’ultimo mercato estivo) e in retroguardia un muro difficilmente valicabile: dove il Chievo spesso costruisce la vittoria è a centrocampo, grazie a uomini di sostanza dai piedi buoni che hanno capacità di impostazione e di rottura. Vanno con facilità al gol, i mediani di Di Carlo, capaci di sfruttare nel modo migliore il gioco fisico del reparto offensivo. Pellissier, Bogdani, Granoche: attaccanti bravi a far salire la squadra e creare varchi. Un po’ meno puntuali in fase realizzativa: eccezion fatta per Capitan Pellissier che, fortuna giallorossa, a Roma non sarà in campo. Reduce da due sconfitte (a Napoli e in casa contro l’Inter), il Chievo non fa punti da due giornate, prima delle quali i clivensi erano riusciti prima a violare il Picchi di Livorno (0-2 esterno sui labronici) e poi a battere la Fiorentina al Bentegodi (2-1). Le altre vittorie esterne risalgono alla terza di campionato (0-2 a Bologna), alla settima (1-2 a Cagliari) e alla decima (1-2 a Catania).
CHIEVO ANTI ROMA. Dolori per Mimmo Di Carlo che, seppur mai domo di fronte alle difficoltà, deve stavolta fare a meno di tre pedine importanti: Pellissier, Moro e Sardo. Difficile invertire il trend che vede il Chievo sconfitto all’Olimpico contro la Roma in tre occasioni su sette (tre i pareggi, una vittoria ospite nel 2002-2003, rete di Cossato.
ALLENAMENTO DEL VENERDI’. Rifinitura a Veronello per i gialloblù: introduzione, rapidità, lavoro tattico di squadra ed esercizi su calci piazzati. La squadra partirà con un volo charter per Roma dall’aeroporto di Villafranca alle 17.30 circa. Niente sfida all’Olimpico per il capitano: dopo lo scontro con Chivu di mercoledì ad inizio secondo tempo, Sergio Pellissier è stato sottoposto ad accertamenti presso l’ospedale di Borgo Trento. Il dottor Alessandrini ed il dottor Barone hanno diagnosticato un trauma commotivo di primo grado e hanno disposto cinque giorni di assoluto riposo per l’attaccante valdostano. 20 i gialloblù in partenza per Roma:
Portieri: Miskiewicz, Sorrentino, Squizzi
Difensori: Morero, Frey, Yepes, Mandelli, Mantovani, Malagò
Centrocampisti: Ariatti, Pinzi, Iori, Bentivoglio, Marcolini, Rigoni, Luciano
Attaccanti: Abbruscato, Bogdani, Granoche, De Paula
FORMAZIONE CHIEVO VERONA. L’undici clivense previsto è il seguente: Sorrentino, Frey, Morero, Mandelli, Mantovani, Luciano, Rigoni, Marcolini, Pinzi, Granoche, Bogdani.


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