Da Il Romanista:
Mexes che balla sotto il settore ospiti, i giocatori che corrono sotto la Sud (sì, proprio quella), come a Torino, e le bandiere giallorosse che sventolano. Uno spettacolo, che spettacolo. Alla fine hanno aperto un’ulteriore spicchio del Franchi. Perché i tifosi della Roma erano talmente tanti che nel “formaggino” proprio non c’entravano. Troppo forte la voglia di assistere alla sfida con la Fiorentina, troppo forte l’amore per questi colori.
Punto e basta. Per questo, accanto alla curva Maratona, quando mancava circa un’ora e mezzo all’inizio della partita, sono stati aperti i cancelli e fatti entrare i sostenitori giallorossi, che hanno invaso pacificamente Firenze. Cantando, gridando, incitando, «comunque vada». Che sarà sarà, non c’è niente da fare. I tifosi della Roma ci sono sempre. Sette volanti della polizia, tre camionette dei carabinieri, agenti in divisa e in borghese, controlli alle auto in fila al casello, ma non a quelle che passano col Telepass. E’ così che Firenze, uscita Sud, quando il sole inizia a tramontare e la Lazio è bella salda al terz’ultimo posto (e a due punti dal penultimo), accoglie i tifosi della Roma, presenti – come sempre, quando è consentito – in massa al Franchi.
Biglietti venduti: 2500, polverizzati in poche ore. In realtà poi, molti di più, rumorosi e colorati, con bandiere e sciarpe al vento, macchine possibilmente non targate e tanta voglia di «coronare una giornata praticamente perfetta». Già, perché i risultati hanno messo di buonumore tutta l’allegra carovana che fin dalla mattina hanno invaso l’A1. Complice il bel tempo, in molti, chi con auto e chi con pullman, si sono messi in marcia prima di pranzo, per fermarsi a mangiare lungo la strada.
La maggior parte, però, è partita subito dopo pranzo, in concomitanza con l’inizio delle partite. Maxi Lopez e Di Natale hanno reso dolcissimi i chilometri di viaggio. Poi l’arrivo a Firenze, accolti dai soliti insulti e da forze dell’ordine in assetto anti sommossa. Molte anche quelle in borghese, a presidiare tutti i punti nevralgici della città. I controlli, allo stadio, sono scrupolosi, con gli steward addirittura più severi (e in alcuni casi anche antipatici) degli agenti stessi.