Un bolide da fuori area su cui Julio Cesar non ha potuto fare nulla; un contropiede a tre minuti dal triplice fischio nel quale si è assistito a una dormita generale della retroguardia giallorossa. Si esce da Basilea con parecchi interrogativi e la paura di non aver altra scelta – quest’anno – che soffrire più che in precedenza.
E’ il primo degli obiettivi che ci si è dati per la stagione in corso: vittoria dell’Europa League, ora occorre non farlo diventare il primo dei fallimenti. Nulla è compromesso, anche se non sono consentiti più passi falsi. E si rischia, al contempo, di compromettere nuovamente il rapporto con una tifoseria che già ieri (presenza massiccia, circa mille persone) ha mostrato coi fatti l’ennesima voglia di vicinanza alla squadra. Già, ora tocca ripartire.
Il giovedì di coppa non ha portato buone nuove alle romane, entrambe sconfitte (Lazio k.o in casa contro il Salisburgo, harakiri della difesa nel finale quando i biancocellesti subiscono due reti in pochi minuti) mentre continua a volare sulle ali dell’entusiasmo il Genoa di mister Gasperini (2-0 casalingo allo Slavia Praga, prodezza di Zapater su punizione e gol da opportunista di Sculli).
La notizia positiva è che nell’altro incontro del gruppo E (quello della Roma, la fase a gironi prevede dieci gironi da quattro squadre cadauno, ndr) Cska Sofia e Fulham non sono andate oltre il pareggio (1-1), arginando reciprocamente la possibilità di prendere il largo in classifica, dove il Basilea, in virtu della vittoria di ieri, balza al comando solitario. Il prossimo appuntamento è per giovedì 1 ottobre, quando sarà esordio casalingo per la Roma: ospiti, i bulgari del Cska Sofia.
Poco entusisamo nei commenti giallorossi a fine partita: vi abbiamo riportato in tempo reale le interviste a Ranieri (alla prima sconfitta sulla panchina della Roma), Mexes e Pizarro e francamente spaventa la sensazione di resa percepita soprattutto nelle parole del cileno (“Non c’è più entusisamo”).
