Simone Perrotta, il giorno dopo la vittoria contro l’Atalanta, ha parlato a Radio Radio del momento giallorosso:
“Non è la prima volta che ci capita di andare in svantaggio e poi vincere. Dà più soddisfazione, ma a volte ci piacerebbe andare in vantaggio e chiudere in vantaggio. L’obiettivo minimo stagionale è arrivare tra le prime quattro. La strada è ancora lunga. Abbiamo davanti diverse squadre. Bisogna fare qualche risultato pieno consecutivo e tirare le somme. Da qui a Natale il nostro sarà un cammino importante. Il mondiale? Me lo auguro, ma non ci penso, non è un assillo, voglio fare bene e dare una mano alla squadra. Dobbiamo per forza arrivare in Champions per ciò che rappresentiamo. Sarà il ct Lippi a tirare le somme. In tanti vorremmo esserci. Sarà lui a decidere. Ci sono tanti giocatori bravi che ambiscono al Sud Africa e lui dovrà sceglierne solo 23 purtroppo. L’inizio stagionale difficile? Anche con Spalletti motivi veri non c’erano. Perdevamo ma non facevamo male. A Genova poi grande partita, abbiamo perso per delle piccolezze. Anche con la Juventus non abbiamo fatto male. Poi il mister ha preso questa decisione. Con Ranieri cambiando modo di giocare un po’ di casino si crea. Ora abbiamo ritrovato giocatori che fanno la differenza e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Il mio ruolo? È una questione professionale, devi metterti a disposizione. Poi ognuno ha una sua posizione preferita. Quando a inizio stagione giocavo a sinistra i compiti erano simili a quando giocavo dietro Francesco Totti, dovevo ugualmente tagliare centralmente solo che chiudevo sul terzino anziché sul mediano centrale. A me piacerebbe giocare dove ho giocato ieri, ma decide l’allenatore. E’ lo stesso gruppo da oltre due anni? Non vedo dove sia il problema. Se le cose funzionano a distanza di anni non vedo dove sia il problema. C’è una società che deve fare delle scelte, noi andiamo in campo facciamo quello che sappiamo fare. Nel secondo tempo ieri si sono viste cose interessanti. Con Spalletti avevamo due esterni di ruolo, adesso no. Ranieri? Non ha cambiato tutto. Il modo di giocare è rimasto lo stesso all’inizio è stato intelligente impostando la squadra come Spalletti inizialmente, e l’ha detto subito intelligentemente che non ha lo stesso gioco offensivo di Spalletti. Uno è più difensivo ed uno più offensivo, due modi diversi di intendere. La Società? Sentiamo che la famglia Sensi resterà per tanto tempo, quando si prende un dirigente nuovo è un segnale in tal senso. All’interno dello spogliatoio non si sente una crisi di gestione. Noi pensiamo solo a lavorare in campo, la squadra non risente delle vicende societarie. Il Derby? La Roma ci arriva allo stesso modo della Lazio una partita particolare non c’entra chi ci arriva meglio e chi peggio, ci sono stati anni in cui siamo arrivati meglio noi e poi hanno vinto loro sono partite particolari bisogna avere esperienza per raccontarle. Sicuramente sulla carta non c’è paragone, però nel derby entrano in ballo altre situazioni a volte se non hai un’esperienza importante ti frega quando scendi in campo all’Olimpico al derby. Servirà grande esperienza. Per loro è un’occasione per risollevarsi, speriamo di no. Le rivali per la Champions? Diverse squadre giocano bene, come il Genoa e la Fiorentina. Le prime tre posizioni non sono ancora assegnate, il Milan non è così forte, la Juventus in questo momento è in difficoltà, tutte le squadre affrontano periodi negativi, noi possiamo approfittarne e toglierci delle soddisfazioni. Julio Sergio? Ha detto bene il mister Ranieri, il ruolo del portiere è delicato. Julio bravo a sfruttare l’occasione che ha avuto, ma tutti e quattro sono ottimi portieri ed è difficile scegliere chi far giocare la domenica. Il rinnovo? Non voglio rispondere a questa domanda. Non mi interessa ciò che si dice in giro. Si dice anche che i cinque anni di rinnovo di Totti siano tanti, poi ci fa vincere le partite. Quello che si dice in giro su di me non mi interessa. La mia eperienza a Roma? E’ sicuramente positiva, mi ha fatto vincere, mi ha dato la possibilità di vincere un mondiale. Giocare con questa maglia è qualcosa di unico. Totti? Non si può dare le percentuali di quanto è importante per noi. Lui ha qualità calcistiche rare, se ne vedono pochi in giro come lui. Senza di lui con il Bari non avremmo vinto, abbiamo sofferto ma ci siamo trovati in vantaggio di tre gol. Poi non ho parlato del mio rinnovo non parlo del suo. Lui è il simbolo di questa squadra, non si deve mai parlare male di giocatori così. Devo dire grazie alla famiglia Sensi che mi ha dato la possibilità di stare qui. In questa stagione, dopo un periodo iniziale ci siamo risollevati grazie alla consapevolezza di essere forti, anche quando attraversi periodi bui. Noi sappiamo di essere una squadra con qualità tecniche di un certo spessore. Baptista? Lo vedo a grandi livelli, è un grande giocatore. Anche ieri ha fatto il suo. Può capitare di sbagliare dei gol o di giocare male, ma le sue qualità tecniche non si discutono. Il tridente? I giocatori offensivi di talento devono mettere in mostra anche caratteristiche difensive, ma se difendono come ora non c’è problema”.