Il dirigente giallorosso Gian Paolo Montali, intervenuto ai microfoni di Radio Radio, ha parlando del momento positivo che sta attraversando la Roma dopo il suo arrivo in società:
Quando è arrivato che squadra ha trovato?
“Ho capito subito che dentro lo spogliatoio c’era un clima eccezionale, me l’ha detto anche Ranieri quando è stato il momento di venire a Roma. Aveva ragione lui, siamo veramente un ottimo spogliatoio e quando ci sono queste basi, queste caratteristiche vuol dire che si è lavorato bene prima, quindi, che la società ha scelto degli uomini giusti e che ci sono le basi per costruire sopra un progetto molto ambizioso. L’unica cosa che voglio dire che riguarda me è che non sono uno abituato a lavorare nei posti per arrivare quarto, quinto, terzo ho sempre cercato di lavorare per arrivare solo primo. Voglio portare un pò quella che è la mia mentalità, è vero che rischi pensando in grande anche di non riuscire ad arrivare, quindi viaggiare un pò di aspettative. Però io credo che nella vita, soprattutto nello sport chi ha il coraggio di pensare in grande ottiene in grande, chi pensa in piccolo ottiene in piccolo. La fortuna di questa squadra è proprio quella di avere delle persone speciali, quindi io ritengo la Roma una squadra speciale. Per questo secondo me deve avere il coraggio di osare ed è quello che questi ragazzi stanno facendo in una maniera, a mio avviso, sensazionale”.
Ha letto il libro “Sempre Magica Roma” edito da Mondadori?
“E’ un libro bellissimo e secondo me è anche un’ottima occasione per regalare per Natale. Io sono un patito di Helenio Herrera, ho letto tutto quello che potevo leggere, ho avuto anche un incontro con la moglie che mi ha regalato delle sue cose scritte a mano che per me valgono più di qualunque cosa. Non sapevo di questa cosa, che è riportata in questo libro, che negli anni ’70 dove lui in una semifinale di Coppa delle Coppe dovette scegliere testa o croce di una monetina per il passaggio del turno della Roma. Tutto il libro è straordinario, è ricco di aneddoti. Tifosi e non tifosi della Roma posso scoprire moltissime cose di questo sogno che dura da tanti anni che è la Roma calcio”.
Entro due anni una Roma da scudetto non era una battuta?
“La Roma entro 2 o 3 anni deve arrivare a lottare per lo scudetto. E’ nel suo dna. Bisogna essere competitivi al massimo per vincere. Poi il campo darà i suoi verdetti. Tutta la gestione del club deve andare in questa direzione e deve essere di grandissimo livello. Tutti dobbiamo pensare in grande. Dobbiamo dare soddisfazione ai nostri tifosi perché se lo meritano “.
Anche eventuali acquisti saranno valutati sotto questo aspetto di mentalità vincente?
“Noi dirigenti siamo molto contenti della rosa attuale. Di qui in avanti vedremo se ci saranno possibilità per alzare il tasso tecnico della squadra lo faremo. Ma sarà solo un lavoro di qualità”.
Non teme che l’entusiasmo che lei ha portato possa essere smorzato dai problemi economici del club?
“No, perché ho parlato con la Dottoressa Sensi e mi fido di quello che mi ha detto. Credo che questa squadra abbia una base straordinaria da cui partire. Con interventi mirati si può arrivare in alto. Tra l’altro la Roma, se si guardano i bilanci, sta benissimo”.
Ha la sensazione che si possa intervenire sul mercato a gennaio o può non servire visti i risultati?
“Pradè sta lavorando senza sosta se c’è qualcosa per portare miglioramenti alla squadra. Ma saranno solo operazioni di qualità, altrimenti stiamo bene così”.
Questo entusiamo della squadre traspare e ci ha coinvolti tutti. Se ha 2 anni di contratto è pronto anche a prolungare? Pensa che i Sensi rimarranno a lungo?
“Lei parla di entusiasmo ma tutti mi rimproverano che quando vinciamo ho la faccia impassibile. Io, appena vinta una gara, penso già a quella successiva. L’entusiasmo c’è, ma appena ottengo un risultato ne voglio subito un altro e non dò soddisfazione. Eventualmente sarei pronto a prolungare, perché no. Credo moltissimo nel progetto come credo che questa famiglia continuerà a guidare la Roma”.