Da Il Messaggero:
Al minuto 77, il numero 77, Marco Cassetti, che era entrato a sostituire l’ammaccato Mexes prima dell’intervallo, ruba la palla a Kolarov nella metà campo della Roma, sulla fascia destra, altezza dell’area. Nasce l’azione con la quale Cassetti, veloce alla Bolt, si ritroverà al tiro che decide il derby, l’uno a zero della Roma che precipita la Lazio nella depressione e nella classifica. Quel che esplode nel primo tempo del derby è solo la raffica dei tanti, troppi petardi che hanno superato i controlli forse paciocconi e stanno nelle tasche in tribuna: la Tevere è una polveriera, la terra di nessuno tra le “tifoserie” un campo minato. La partita non esplode mai: è pure sospesa, ma non ne risente. Quasi non si avverte, tanto è appesa al nulla della paura organizzata che contraddistingue la Lazio e della paura che disorganizza completamente la Roma, che non si sa quale sia. La Roma padrona di casa e di classifica ha da perdere solo il derby, che è tanto, la Lazio tutto, forse perfino l’allenatore se Lotito se la sentirà di pagarne due: questo è il tema che tracima sul campo. E il primo tempo lo traduce in partita liquida. Poi viene, come sempre, il secondo tempo. La Roma ha brividi gelati: la scaldano il palo bruciato da Zarate e un balzo di Julio Sergio. Risponderà dopo poco Muslera dall’altra porta. Pure asserragliata, la Lazio spinge e si assiste a unmatchnel quale la partita la fa chi si difende e sol di questo ha voglia. D’improvviso la fiammata di Cassetti. E’ il gol del vantaggio,il gol del risultato, il gol del derby. E la festa comincia, ed è gialla e rossa.