L’Inter avrebbe violato la sua vita privata con indagini, pedinamenti, accertamenti su conoscenti e amici. E persino sui locali frequentati. Ora, l’ex arbitro Massimo De Santis pretende di essere risarcito. La raccomandata degli avvocati Federico Lucarelli e Paolo Gallinelli è partita il 16 settembre. Se entro 15 giorni dal ricevimento l’Inter non avrà dato riscontro, e non inizierà una trattativa, i legali sono pronti a intraprendere un’azione di risarcimento danni mostruosa. In questa ipotesi, la lesione alla privacy verrebbe infatti quantificata in 21 milioni di euro. Che poi è la stessa cifra chiesta da Cristian Vieri, anche lui vittima del presunto sistema di controllo ideato da Via Durini. Nella raccomandata, gli avvocati citano «gli illeciti comportamenti» che sarebbero stati messi in atto dai nerazzurri. Illeciti comportamenti che sarebbero consistiti «nell’avere dato mandato a Emanuele Cipriani (investigatore privato, titolare della Worldwide Consultants Security Ltd), tramite il Dott. Tavaroli (quale responsabile della Direzione Security Pirelli, società controllata dal dott. Moratti, presidente dell’Inter FC) di eseguire indagini ed investigazioni sulla vita ed abitudini private del dott. De Santis, con acquisizione di dati personali ed anche sensibili (identificazione cellulari e utenze fisse; identificazione di spostamenti ed impegni giornalieri; individuazione di collegamenti con altri soggetti conoscenti od amici; individuazioni di frequentazioni di locali o ritrovi), che hanno inciso sui diritti personalissimi del Dott. De Santis, quale quello alla privacy ed alla riservatezza, influenzando il naturale evolversi della vita di relazione e professionale dello stesso».
Le prove? Secondo lo studio legale, ci sono già. «Gli episodi sono emersi – viene ricordato all’Inter nella lettera – nell’ambito del procedimento penale R.G. N.R. 25194/08, pendente avanti il Tribunale di Milano, secondo quanto accertato con sentenza del Gup Mariolina Panasiti del 28 maggio 2010». Gli avvocati ne riportano uno stralcio: «Operazione Ladroni (è il dossier su De Santis, ndr)… il Tavaroli ha segnalato di essere stato contattato dalla segreteria del dott. Moratti (…), compagine presso la quale la Pirelli aveva una partecipazione azionaria, ed a seguito del detto contatto aveva avuto un incontro con Moratti e Facchetti presso la sede della Saras». Facchetti racconta a Moratti “di essere stato avvicinato da un arbitro della delegazione di Bergamo, che in più incontri aveva rappresentato un sistema di condizionamento delle partite di calcio facente capo a Moggi ed avente come perno essenziale l’arbitro De Santis. A riguardo – continua la sentenza – il Cipriani ha indicato che l’operazione Ladroni ha avuto ad oggetto accertamenti molto approfonditi su De Santis su richiesta di Tavaroli quando questi lavorava ancora in Pirelli… alla domanda del perché non avesse fatturato “Polis D’Istinto”, il Cipriani rispondeva: perché nelle intenzioni dell’Inter, così come segnalatomi da Tavaroli, era opportuno che l’investigazione non risultasse o comunque fosse difficilmente individuabile». Cipriani non consegna la fattura a Moratti. E nemmeno a Facchetti. Ma «a mano direttamente a Tavaroli», ricorda lo 007. L’Inter non voleva comparire. Adesso, invece, potrebbe essere obbligata a farlo. Davanti a un tribunale civile.
Inter spiona. De Santis chiede i danni
di 25 Settembre 2010Commenta