Daniele De Rossi giura amore eterno e incondizionato alla Roma attraverso le pagine de Il Corriere dello Sport:
Daniele De Rossi, si ricomincia. Primo impegno stagionale in giallorosso. Una nuova avventura con la Roma, dopo la brutta esperienza in Sudafrica.
«Mi sono riposato, divertito, sono stato bene con la mia bambina. Le vacanze sono sempre belle, le ho passate serenamente. Sono stato fortunato, ho avuto tanti giorni per recuperare e li ho divisi con gli amici e la famiglia. Staccare serve, per me un mese dovrebbe essere obbligatorio per tutti e bisognerebbe avere un periodo più lungo anche a Natale. Riprendere il 6 gennaio è un massacro per noi calciatori, anche per i sudamericani che devono affrontare viaggi lunghi per tornare a casa».
La voglia di ricominciare non manca, dopo la delusione del Mondiale.
«Ho metabolizzato quella brutta figura. In vacanza sto bene, ma la voglia di tornare in campo c’è sempre. Quando conosci i sorteggi, i calendari, non vedi l’ora di essere già negli spogliatoi. Il calcio per me è sempre un divertimento».
Ricomincia anche la Nazionale, la prossima settimana la prima partita della nuova gestione di Cesare Prandelli.
«Non ho sentito nessuno, non so quali siano le intenzioni del nuovo ct, come si regolerà con le convocazioni. Io mi alleno da cinque giorni, ma avevo già lavorato prima da solo. Si apre una nuova pagina azzurra, di Prandelli ho un ricordo brevissimo, ho lavorato con lui per una decina di giorni alla Roma. Ma è una persona per bene, che ho sempre salutato volentieri ogni volta che l’ho affrontato da avversario. Per lui parlano i risultati ottenuti con la Fiorentina in questi anni, merita il ruolo che gli hanno affidato».
Ormai lei è un veterano e un punto di riferimento della Nazionale a soli 27 anni.
«Sia le nazionali che le squadre di club puntano sul ringiovanimento. Anche nella Roma fino a pochi anni fa ero tra i più giovani, adesso non lo sono più. In Nazionale ero il più piccolo quando abbiamo vinto il Mondiale. Ora in azzurro ci sono tanti ragazzi, il ricambio serve».
Ieri il primo test in vista del primo appuntamento vero della stagione.
«Della Supercoppa me ne frega il giusto, non è l’obiettivo principale. Certo, sarebbe importante vincerla, in particolare a casa loro, come ci è già capitato di fare con un mio gol. Questo è il primo passo, un trofeo prestigioso, ma noi dobbiamo avere progetti più ambiziosi, non limitarci alla Supercoppa. Vedo una bella Roma, io sono ambizioso, siamo sempre stati competitivi, a parte un paio di stagioni storte e anche nello scorso campionato siamo arrivati a sfiorare lo scudetto. Ci faremo trovare pronti anche quest’anno».
I nuovi arrivati potranno darvi qual cosa in più?
«Adriano e Simplicio finora li ho visti pochissimo. Li conosciamo bene, però, come avversari hanno sempre fatto grandi partite contro di noi. In poco tempo si sono integrati benissimo nello spogliatoio. E questo è importante».
A livello personale cosa chiede alla nuova stagione?
«Quello che ho chiesto in passato, ma non mi interessa fissare traguardi a livello individuale. Quello che mi sta più a cuore è riuscire ad essere competitivi in campionato e in Champions League e vincere finalmente qualcosa, dopo aver solo sfiorato tante volte traguardi importanti».
Come vivete la situazione attuale della società?
«Leggiamo i giornali, vediamo le te levisioni, ma la realtà dei fatti cambia nel giro di tre giorni. Non viviamo nell’assillo di sapere ogni giorno se continuiamo con questa società. La struttura dirigenziale va avanti come sempre, non è cambiato nulla. Sappiamo quali sono i nostri riferimenti».
L’Inter è ancora la squadra da battere?
«L’Inter è ancora più forte degli altri, ma non è detto che la squadra più forte debba vincere sempre. Sulla carta hanno qualcosa in più, ma bisogna vedere come si integreranno i nuovi, il nuovo allenatore. Dietro ci siamo noi e anche altre squadre che sono cresciute. Non credo che la Juventus ripeta la stagione negativa dello scorso anno e tra le altre bisogna tenere d’occhio il Genoa, che ha acquistato ottimi giocatori, da Toni a Veloso, fino all’ultimo arrivato Rafinha. Anche la Fiorentina cercherà di fare meglio della passata stagione».
Capitolo contratto. Per la Roma De Rossi è sempre stato incedibile e si è già cominciato a parlare di prolungamento. A che punto siamo?
«Non abbiamo mai affrontato pubblicamente l’argomento, né io, né la società. A me non piace parlare di questo tema sui giornali o in televisione. Secondo me il rinnovo del contratto non è un problema, visto che il mio presidente che me lo deve fare finora ha rifiutato qualsiasi offerta per lasciarmi partire. Quando scadrà lo rinnoveremo, mi sembra nella logica delle cose. Il presidente Rosella Sensi mi ha chiamato in tempi non sospetti, quando ancora nessuno parlava del prolungamento. Era verso la fine dello scorso campionato, mancavano poche partite, eravamo in corsa per lo scudetto. Mi ha telefonato, ci siamo dati un appuntamento, sono andato nel suo studio a parlare per un’ora, io e lei e nessun altro. Non è mai trapelato nulla. Il nostro rapporto, ma in generale quello tra me e la Roma, viene confermato ogni giorno con il lavoro sul campo, con la testimonianza di una stima reciproca, visto che la società ha sempre rifiutato ogni offerta per il sottoscritto».