Tratto da La Gazzetta dello Sport:
È piccolo, compatto, cileno. Con un compagno più alto accanto, quindi praticamente con tutti, lui fa il secchio e l’altro l’olivaro (è capitato a Torino, con Riise). Ha piedini di fata, scatto non proprio bruciante, grande velocità di pensiero. David Pizarro calpesta il prato come se andasse sulle punte: leggero, con gli sci ai piedi disegnerebbe capolavori, soprattutto sulla neve fresca. È un uomo di mare, con un destino da pescatore tradito per il calcio, lui la neve l’ha scoperta sulle Ande e l’ha vista a Udine, poi più niente. Qui, invece, non s’era mai vista, almeno in questa era.
Venticinque anni fa, l’ultima vera. Ieri era tanto lo stupore che qualcuno ha pensato fosse un segno divino, da interpretare: significa che la Roma potrà davvero vincere lo scudetto o che Lazio retrocederà in serie B come accadde nel 1985? In entrambi i casi, i romanisti festeggerebbero come in presenza di un miracolo. Azione… Pizarro sciatore, dunque. Oggi potrebbe giocare con gli scarpini da neve, chiodati sotto caldi dentro. Grande tenuta di strada, navigatore incorporato, sa sempre dove andare e con la via più breve. Testa alta, sguardo a 360˚ gradi, avrebbe fatto innamorare calcisticamente Liedholm. Il Barone aveva una predilezione per i direttori d’orchestra: a De Sisti che per un periodo gli fece da autista, ripeteva ogni giorno: «Iancarlo, perché ti fermi allo stop? I grandi registi hanno sguardo dappertutto, sanno se arriva qualcuno da destra o sinistra». Ecco, pure Pizarro è un mago della viabilità. Gestisce il traffico come un vigile e il campo come un regista. Ordina azione e stop, ripete la scena, dirige il film della partita. Gli piace stare in regia, gli altri recitino per lui. Ha un curriculum eccezionale, mai ispirato come quest’anno, è nel suo periodo creativo: 23 partite ha vinto la Roma in questa stagione, mai una volta senza Pizarro. Ci ha messo sempre la sua firma. Aiuti È un regista che spacca. Chi non si perde uno dei suoi film e chi non può sopportarlo. Dicono i suoi detrattori: è solo un Liverani di qualità, ne potremmo fare a meno. Non la pensava così Spalletti, non è d’accordo Ranieri, con cui, anzi, Pizarro si è confermato regista imperdibile. Vero è che si contorna di aiuti validissimi: Taddei e Perrotta gli fanno da scudieri, ne traggono reciproci benefici. Solo a De Rossi sta stretto il ruolo di aiuto, e in campo si vede. Cuore e testa. Poi, c’è l’aspetto umano. Bella tempra, bella testa, cultura media, altri interessi, piedi ben ancorati a terra, grande equilibrio. Ce n’è tanto bisogno in questo momento, che la neve ci disorienta e invece dovrebbe farci sognare, con cuore e testa, senza aspettarsi miracoli, macontinuando a costruire qualcosa di buono. È come volare restando coi piedi per terra. Si fanno chilometri, si scoprono cieli, si conquistano vittorie. Basta che Pizarro indichi la strada.