Da La Gazzetta dello Sport:
Se vi piacciono i sequel, la Coppa Italia è lo spettacolo che fa per voi. Per la quinta volta negli ultimi 6 anni la finale sarà Roma-Inter. C’è da dire, però, che l’Udinese è andata vicino a sciupare il tormentone delle ultime stagioni, perché batte la squadra di Ranieri per la seconda volta in stagione (la prima all’andata in campionato) e va vicino a trasportare la capolista verso i temutissimi supplementari, ma l’1-0 finale firmato da Sanchez e corroborato da un palo di Inler serve solo a far crescere i rimpianti per la squadra di Marino, che però ha dato veramente gas solo negli ultimi dieci minuti. Roma rinunciataria C’è da dire che la Roma schierata da Ranieri, stavolta, pare troppo sperimentale per dare garanzie di gestione sicura del match, anche perché il metronomo Pizarro (causa diffida) è preservato per la finale. Complice le esigenze da capolista, i giallorossi infatti schierano solo 6/11 dei titolari del derby, rilanciando Mexes, Brighi, Taddei, Baptista e persino il giovane Faty nell’incongruo ruolo di esterno sinistro. Risultato? Tiri in porta praticamente nessuno, visto che le ripartenze affogano puntualmente negli impacci di Toni e Baptista. Non a caso, l’ingresso di Menez e gli spiccioli di Vucinic costringono quanto meno gli avversari a preoccuparsi degli affondi, anche se in quel momento le linee non salgono più abbastanza per accorciare decentemente la squadra. Insomma, se per 80 minuti Julio Sergio si sporca i guanti solo due volte, nel finale soltanto gli errori di mira dei friulani salvano i giallorossi, rimasti in dieci per l’espulsione di Cassetti.