Cicinho sta tornando. Ed è un gradito rientro per tutto l’ambiente, visto che il laterale potrebbe andare a garantire ulteriore qualità ad una rosa purtroppo martoriata da infortuni e acciacchi.
Sulle pagine del Corriere dello Sport il brasiliano riesce a sbilanciarsi rispetto alla tempistica di rientro e mostra in maniera evidente la voglia di giocare.
L’articolo merita di essere ripreso fedelmente:
“Non gioca una gara ufficiale dal 7 marzo scorso, quando la Roma si trovò di fronte l’Udinese. Ieri, in coppia con Doni, Cicinho è tornato a calcare il campo anche se dall’altra parte c’era la Primavera di Alberto De Rossi. Novanta minuti in campo, con una cannottiera bianca pesante sotto la maglia (“perchè volevo sudare e anche perchè volevo coprire altri nuovi tatuaggi”) sistemato sulla preferita corsia destra che presto potrebbe tornare a vestire anche nelle partite che contano, anche se in quel ruolo c’è la concorrenza più fitta in casa Roma visto che ci sono pure Motta e Cassetti. Ma la concorrenza può fare bene e Cicinho non vede l’ora di giocarsela quella maglia:
“Sto bene, sono pronto, sento di migliorare giorno dopo giorno. E’ chiaro che mi manca il ritmo partita, avrò bisogno di qualche gara prima di poter tornare alla condizione ottimale, ma ormai il peggio me lo sono messo alle spalle, il giorno del rientro è sempre più vicino. In questa partitella in famiglia mi sono divertito, mi ha fatto bene anche se alla fine, ovviamente, ero distrutto dalla fatica. Ma solo giocando posso tornare ad avere la confidenza necessaria per potermi esprimere al meglio” .
Ranieri lo ha già convocato una volta, è molto probabile che lo riconvochi per la trasferta di San Siro contro il Milan dove peraltro il brasiliano ha, in passato, giocato una delle sue migliori partite in giallorosso: cross per la testa di Vucinic e risultato pieno per la Roma.
“Non lo so se il mister mi farà giocare a Milano, quello che spero è di poter andare almeno in panchina, più che altro per tornare a respirare le atmosfere di una partita vera. Dire che non vedo l’ora di giocare è banale, ma è proprio così.”