Da Leggo:
Tutti sulla giostra, ancora per sette giorni. E’ nerazzurra l’ultima squadra che saluta la serie A: l’Atalanta che perde col Napoli europeo e segue in B Livorno e Siena. Non è (ancora) nerazzurra la squadra campione d’Italia. A San Siro gli interisti erano pronti al brindisi: Milito e soci rimontavano e asfaltavano il Chievo, mentre il tabellone annunciava il tentativo del cagliaritano Lazzari di abbassare il sipario. Ma all’Olimpico c’era il Totti-day: due gol con moglie e figli al seguito per far pace col mondo dopo la furia anti-Balotelli e per ringraziare i tifosi che, con striscioni eloquenti e indossando la numero 10, gli hanno ribadito amore eterno. Risultato: 4-3 al Meazza, 2-1 per la Roma e Inter a un passo dal quinto scudetto consecutivo (il quarto sul campo). Cambiasso pregusta il piatto ricco: «Ci aspettano due finali: col Siena e con il Bayern (finale di Champions il 22 maggio, ndr)». A raccontarlo sembra un capitolo di sport epico. A vederlo (col gentile scambio di autogol tra veronesi e interisti e l’errore a porta vuota del sardo Jeda) è più simile al tentativo di imbastire un colpo di scena in coda a una stanca soap opera. Giallorossi e interisti si contenderanno lo scudetto all’ultima giornata: Mourinho a Siena e Ranieri a Verona, entrambi con l’obbligo di battere avversari senza obiettivi. Il copione prevede residui di veleno: «Lasciatemi andare a riposare, perché stasera dormo in una culla d’oro», ha detto la presidente romanista Rosella Sensi ancora offesa per le parole di Mourinho, sedicente figlio della gavetta. «Questa è l’ultima doppietta», ha scherzato Totti, al quale ronza ancora in testa il presunto «sei finito» sbattutogli in faccia da Balotelli.