Leonid Fedun, magnate ucraino accostato alla Roma, raccontato attraverso le pagine de Il Corriere dello Sport:
Che gli anni dell’accademia e la rigida disciplina dell’esercito russo, anzi sovietico, siano un ricordo lontano lo prova il taglio di capelli. Corti, non rasati, curati un po’ in stile yuppie, come è richiesto a un uomo d’affari che gira il mondo, più spesso lasciati cadere lunghi sul collo, magari per farli spuntare da un cappellino da baseball color rosso con lo stemma dello Spartak Mosca, quel giocattolino costoso che si è regalato nel 2003 spendendo, allora, 70 milioni di dollari. Ma si sa, le passioni vanno assecondate anche ( e soprattutto) quando sono costose. E Leonid Fedun è uno che i soldi sa come spenderli dopo aver dimostrato a tutti di poterli accumulare partendo dal niente.
NUMERO 136 – Nell’attuale classifica degli uomini più ricchi del mondo stilata da Forbes è alla posizione numero 136, con un patrimonio personale stimato in 5,5 miliardi di dollari, poco più di 4,2 milioni di euro. Ed è in ottima compagnia, visto che divide il piazzamento con Steve Jobs, il fondatore di Apple. Nella scheda sintetica che la rivista Forbes gli dedica, la risposta alla domanda da dove viene la sua fortuna è “self made”, l’uomo che si è fatto da solo, senza ereditare alcuna fortuna, quella che invece lui lascerà ai suoi due figli.
EX MILITARE – La parabola di Leonid Fedun parte da lontano e segue un percorso che in Russia, dopo il crollo del Muro e lo scioglimento di quello che era stato l’impero sovietico, sembra piuttosto comune tra i grandi uomini d’affari (vedi Abramovich) e tra i politici (vedi Putin), visto che tutti hanno un passato militare alle spalle, nell’esercito o nei servizi di sicurezza. Nasce il 5 aprile del 1955 a Kiev, in Ucraina, all’anagrafe il suo nome completo è Leonid Arnoldovich Fedun, oggi cittadino russo con residenza nella capitale, Mosca. La sua è una formazione militare: si diploma alla scuola di Rostov, nel 1984 conclude i suoi studi all’accademia dove resta come insegnante di scienze politiche ed economia.
LA SVOLTA – Da militare assiste alla caduta dell’URSS, da economista sa cogliere i segnali e le opportunità che che la Russia post-sovietica offre a chi sa approfittarne nel momento in cui abiura il socialismo reale per aprirsi al mercato. La parola magica è “privatizzazione”, una scelta politica che scatena un’autenticarivoluzione in settori altamente strategici come quello dell’energia. Fondamentale per Fedun è l’incontro con Vagit Alekperov, classe 1950, un alto funzionario del ministero per l’energia e i carburanti. In Siberia ci sono tre aziende energetiche da privatizzare, è il 1991: Alekperov fiuta l’affare e chiama al suo fianco Fedun, che lascia la divisa per il doppio petto, la cattedra per una poltrona nel Cda della Lukoil, la nuova compagnia, privata, nata dalla fusione di quelle tre aziende statali. Negli anni ha reinvestito i propri guadagni all’interno della compagnia controllata da Alekperov e della quale è vice presidente: la sua partecipazione, secondo Forbes, è stimata nel 9,3% delle azioni.
LA FAMIGLIA – Leonid Fedun è sposato con Marina e ha due figli, un maschio e una femmina. La primogenita Ekaterina, 24 anni, una laurea in giornalismo e una sfrenata passione per tutto ciò che è lusso, è già una protagonista del gossip moscovita e un nome caldo nella top ten delle ereditiere da sposare. Oltre al calcio, l’altra grande passione di papà Fedun sono i cavalli. Le corse da lui organizzate a Mosca sono un appuntamento mondano da non perdere.