Cinque offerte, tre sono importanti. Ma quella che sembrerebbe leggermente in vantaggio è americana. A ieri, il vento attorno al dossier As Roma pareva soffiare in questa direzione. A ieri. Perché quello che è valido oggi, in una fase così delicata, potrebbe anche non esserlo domani, quando Rothschild, Unicredit, il professor Zimatore in qualità di presidente del Cda di Italpetroli e Rosella Sensi si incontreranno per vagliare in maniera approfondita tutte le proposte. Ieri, l’advisor ha provveduto a inviare alla dottoressa e a Unicredit l’intero dossier. Dal punto di vista strettamente economico le offerte più importanti, sommando il prezzo di acquisto, l’Opa e la ricapitalizzazione, sarebbero vicine ai 200 milioni. La differenza principale sarebbe una quota superiore per l’acquisto da parte degli americani, mentre gli Angelucci metterebbero di più nella ricapitalizzazione. Attraverso quali criteri, dunque, si prenderà la decisione finale? Facciamo un piccolo passo indietro. Nel comunicato diffuso lunedì da Compagnia Italpetroli c’è un passaggio fondamentale: «L’esame delle offerte vincolanti – si legge – avverrà sulla base di criteri non solo quantitativi ma anche qualitativi». L’As Roma, questa è la giusta chiave di lettura, sarà venduta a chi presenterà il miglior mix tra parte economica e progetto industriale. Tradotto: non basta offrire più degli altri, bisogna anche spiegare come si intende mantenere competitivo il club. Più dettagliatamente, i criteri di scelta sarebbero tre. Primo, l’offerta economica in senso stretto. Facile: è la cifra che si è disposti a spendere per l’acquisto. Secondo, il piano industriale. Pure questo si sapeva. Stadio di proprietà, merchandising, eventuali nuovi sviluppi del marketing, sono tutti punti a favore per chi vuole comprare l’As Roma. Il terzo criterio dovrebbe essere la reputazione dell’investitore.
Cessione Roma: i criteri sono tre
di 2 Febbraio 20111
Stefano 2 Febbraio 2011 il 14:20
Buffoni lo sappiamo che la Roma e di angelucci