E’ la prima circostanza, da che abbiamo intrapreso questa avvincente esperienza, in cui capita di rivolgerci agli utenti con un editoriale. Questa volta, francamente, ne sentiamo la necessità.
Ognuno, poi, guardi nel suo orto e faccia quello che meglio ritiene.
Stavolta ci troviamo a scivere un pezzo che non avremmo mai voluto portare a compimento. Molte redazioni utilizzano dei coccodrilli, i cosiddetti articoli già confezionati rispetto ad avvenimenti non ancora accaduti ma in procinto di verificarsi (molto spesso sono legati alla scomparsa di personaggi illustri). Non lo si fa per cinismo, ma per efficienza e organizzazione. Lo si scrive quando una notizia ha il novanta e passa per cento di verificarsi in tempi brevissimi. E la percentuale segue il percorso della storia vera e certificata.
Noi – immaginando soprattutto negli ultimi giorni che potesse andare così – avevamo pensato di farne uno inerente alla telenovela sulla cessione della A. S. Roma per garantire tempestività alla notizia, poi abbiamo desistito. Il motivo? Prima ancora di essere dei professionisti, siamo tifosi. A volte, la scaramanzia diventa un amuleto prezioso, fraterno: il dubbio che qualcosa non andasse più e che le condizioni di settimana scorsa fossero improvvisamente cambiate, lo abbiamo avuto subito.
E gli elementi che avevamo a disposizione – concreti, tangibili – ci portavano tutti in quella direzione. E seppure la professionalità del mestiere ci impone, volente o nolente, d’essere concreti e di attenerci ai fatti (cosa che cerchiamo di fare al meglio), ci si è attaccati questa volta a quel lato che ci appartiene interamente e che, a proposito della A.S. Roma, ci fa sentire prima giallorossi e poi giornalisti. E si è provato a sperare, a contribuire anche solo con il pensiero e con il trasporto emozionale, affinchè tutto andasse per il verso giusto. Avevamo annunciato la cessione, dicevamo, e lo si era fatto anche perchè i protagonisti di questa amara vicenda avevano parlato in tal senso rispetto al passaggio di consegne. Beffando più di un organo di informazione (e facendo fluttuare il titolo in Borsa in maniera evidente).
Sembrava cosa fatta. A noi, alla città, alla società, alle testate che raccontano quotidianamente dei fatti e degli avvenimenti di sport. Ci tocca invece essere tra coloro che annunciano ufficialmente la chiusura di ogni trattativa. Tra Vinicio Fioranelli e Rosella Sensi, tra ItalPetroli e questi fantomatici compratori. Ci tocca essere tra coloro che oggi hanno la consapevolezza – sportiva – di non poter immaginare cosa accadrà da qui ai prossimi giorni.
I dati di fatto hanno consegnato un comunicato della ItalPetroli che parla da sè. E racconta lo stato delle cose. Lo riproponiamo interamente
“Con riferimento alle notizie diffuse da alcuni organi di informazione in merito all’interesse rappresentato dal Sig. Vinicio Fioranelli, per conto di una società di diritto svizzero, ad acquisire il pacchetto di controllo di A.S. Roma S.p.A., Compagnia Italpetroli S.p.A., in qualità di controllante indiretta, precisa che, ad oggi, nonostante gli sforzi profusi, non si sono realizzate le condizioni per proseguire nella valutazione di un’eventuale operazione”.
Cala il sipario sulla speranza. Si spengono le luci della ribalta. Restiamo con un pugno di mosche tra le mani. E’ la svolta che non ti aspetti, il colpo di scena che rimescola una trama complicatasi sul finale. Le definitive conferme che sarebbe andata così le abbiamo avute nella giornata di ieri l’altro, allorchè un comunicato ufficiale di acquisizione della proprietà si era trasformato in una nota informativa rispetto alla fase di stallo. Non era uno stallo ma la triste conferma del nulla di fatto. Definitivo, irreversibile. Vinicio Fioranelli, a questo punto, scompare dalle scene.
La sua cordata continua ad essere ciò che è stata in questo tempo: impalpabile. Nonostante la controreplica immediata della Fio Sports Group che ha voluto ridimensionare il fatto:
“Al momento non crediamo di diffondere controrepliche, almeno nell’immediato. Proseguiamo nel nostro intento e basta. Crediamo sia un atto dovuto e per certi versi giustificato. Noi continueremo a lavorare, probabilmente in sordina e senza riflettori puntati anche meglio. L’avvocato De Santis è ancora legale che fa capo al gruppo, non ci sono stati comunicati o note di smentita in proposito. Non pensiamo che il nodo della tracciabilità dei fondi stanziati sia il problema”.
Solo una chiosa finale: a tutti i tifosi giallorossi. Ricordiamo cosa accadde nel corso del Mondiale 2006 alla compagine azzurra: polemiche e scandali cementarono il gruppo, l’ambiente, la Nazione. Lo scoramento di fronte a delusioni simili non porta da nessuna parte. Lucidità, reazione, attaccamento a valori sportivi da vivere in comunione.Non eravamo i più forti, ne siamo usciti da Campioni del Mondo. Due avvenimenti diversi, certo, ma capaci allo stesso modo di creare un collante ancor più decisivo delle giocate dei fuoriclasse.
Serve innanzitutto questo.
Chi ci sta resti, altri vadano via. Ma la ripartenza, ora più che mai, deve avere i connotati della dignità, dell’orgoglio, della Bandiera. Anche a costo di una stagione incolore, di un’annata blanda, non all’altezza delle altre big. Anche a scapito dei risultati. Ci mettano tutti gli attributi. A noi basterebbe questo.
Ora più che mai. Visto che ad oggi gli unici veri proprietari di una squadra senza società sembrano essere i tifosi.
Vi terremo informati con la solita tempestività.
Un saluto a tutti.
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