Presumibilmente, oggi Totti tornerà «al centro del progetto, un pilastro, un simbolo, un valore aggiunto, un’arma in più, un punto di riferimento, il nostro grande e unico capitano…» .
Praticamente, un eroe. Nulla che Claudio Ranieri non abbia già detto nelle precedenti conferenze, forse non sempre sinceramente. Lecito dubitarne, almeno al calciatore il sospetto fortissimo è venuto, stando al trattamento riservatogli negli ultimi tempi: idealmente messo al centro del progetto, già piazzato nel pantheon giallorosso, ma concretamente sistemato al centro della panchina, e spedito in campo solo a tempo scaduto, «per tentare un’ultima giocata, lui che ne ha i mezzi», ha spiegato Ranieri, senza risultare troppo convincente però. Una mossa della disperazione, nelle volontà dell’allenatore, che la città però— nuovamente compatta a difesa del suo re— ha interpretato come azzardata, di più: una mancanza di rispetto. Anzi, un vero e proprio peccato di lesa maestà. Per cui molti hanno invocato una condanna esemplare, per alto tradimento.
Chiaro? Aveva ragione Ranieri, quando qualche tempo fa sussurrò, attento a non farsi sentire, «Roma non è una piazza come le altre, non è una città normale» . Per sopravvivere in questo simpatico circo barnum, servono intelligenza, furbizia, tatto, tanta pazienza. E, pure, quel minimo di coerenza necessaria a non passare da cialtroni e, puntualmente, fare la fine dei fessi. La coerenza che Totti — per rispetto, status, curriculum— pretende da Ranieri: «dice che sono al centro del progetto? Allora agisca di conseguenza. Almeno non mi prenda in giro» . La considerazione — al netto del mare di ipocrisia circolato negli ultimi giorni — è stata questa. Ranieri dovrebbe aver afferrato il concetto e— per soddisfazione di Totti, sopravvivenza personale, serenità della squadra — domani si comporterà di conseguenza: stop al rombo, ripristino del 4-2-3-1 spallettiano, queste le ultime dal bollettino tattico.
La mossa placherebbe la maggioranza dello spogliatoio, che pare la invochi da tempo, e soprattutto restituirebbe Totti alla solitudine dell’area di rigore, l’unica zona dove ultimamente si senta felice, utile, abile. L’unico ruolo, forse, che ancora gli consenta di fare la differenza, di essere quel «valore aggiunto» che ogni tanto rievoca Ranieri, chissà se per ammonimento. L’assetto da «guerra» è stato provato anche ieri, sotto gli occhi di Rosella Sensi: Totti centroboa, Vucinic e Menez esterni d’assalto, Perrotta incursore centrale. Stavolta sul serio, il candidato alla panchina è Marco Borriello. Finora non ne ha saltata una in campionato, quindi domani faccia il bravo e si accomodi senza borbottare, pensando, oltretutto, che il palcoscenico del derby, con Totti lungamente squalificato in Coppa Italia, sarà tutto suo.
Cesena-Roma: stop al rombo, si ritorna al 4-2-3-1 spallettiano
di 15 Gennaio 20111
giorgio44 15 Gennaio 2011 il 11:10
Certo che Roma(la Roma)calcisticamente parlando è una piazza difficile e questo Ranieri lo sapeva.A maggior ragione avrebbe dovuto avere le idee chiare su come schierare la squadra e parlare chiaro con i giocatori e la dirigenza(ma ancora c’è una dirigenza?)risolvere il “caso” Totti comunicandogli che lo stima ma per il bene della squadra avrebbe fatto molte panchine subentrando nei minuti finali anche perchè con Borriello in quelle condizioni sarebbe autolesionista non farlo giocare.Non l’ha fatto ed ora ne paga(ne paghiamo)le conseguenze.Speriamo bene.Speriamo di chiudere almeno in coppa campioni un campionato che avremmo potuto vincere ad occhi chiusi.Ciao e FORZA ROMA!! Giorgio