Longhi ad AsRomaLive.com: “Brescia – Roma? Russo non era ancora in condizione di arbitrare una partita così delicata”

 Carlo Longhi, ex arbitro di serie A, ed ex moviolista Rai, dice la sua a proposito dell’arbitraggio di Carmine Russo in Brescia–Roma in una intervista esclusiva ad AsRomaLive.com:

Carmine RussoL’arbitro di ieri sera non era in forma, come gli altri suoi collaboratori del resto. Bisogna pensare che i direttori di gara allo stesso modo dei giocatori hanno bisogno, per esprimersi al meglio, di trovare la forma migliore. Al “Rigamonti” Russo ha dimostrato di non essere ancora al top della condizione ma sono sicuro che nel corso della stagione si riprenderà. In ogni caso ieri sera non era ancora in condizione di arbitrare una partita importante e delicata come Brescia Roma.

Procuraore Okaka: “Ranieri ha posto il veto sulla sua partenza. Ma se arrivasse un’offerta dall’estero…”

 Lo ha bacchettato dopo l’amichevole con il Bordeaux, perchè si era lamentato troppo per i falli subiti: “Okaka deve capire, o con le buone o con le cattive“. Claudio Ranieri, però, non ha affatto bocciato l’attaccante di Castiglione del Lago. Tutt’altro: “L’allenatore ha posto il veto sulla partenza di Stefano“, ha spiegato ad Asromalive.com il procuratore di Okaka, Domenico Scopelliti.

Walter Campanile ad AsRomaLive.com: “L’azionariato Popolare comincia ad essere un argomento in ambito istituzionale, ringrazio Peciola e Montali”

 Intervistato in esclusiva da asromalive.com, Walter Campanile, promotore dell’iniziativa per costituire un’azionariato popolare per la Roma, ha parlato degli ultimi sviluppi di un progetto che potrebbe coinvolgere anche le istituzioni politiche e che ha incassato importanti aperture da parte di Gian Paolo Montali, responsabile delle risorse umane della Roma.

Ieri Gianluca Peciola, consigliere della Provincia di Roma, ha presentato un mozione che dà mandato alle Istituzioni romane di verificare i percorsi necessari per raggiungere l’obiettivo dell’Azionariato Popolare. Che ne pensa? “Prima di ieri non avevo avuto nessun contatto con Peciola. Ieri pomeriggio sono stato contattato dalla segreteria del consigliere con il quale siamo rimasti d’accordo che nei primi giorni della prossima settimana ci sentiremo per un appuntamento, per capire cosa si può fare. Sono davvero grato perché le istituzioni cominciano a capire che questo progetto non solo può coinvolgere solo Comune, Provincia e Regione, ma che secondo gli standard di Azionariato Popolare Europei questo movimento non può fare a meno delle istituzioni. E’ un primo passo importante al quale spero si possano aggregare altre realtà. Sono contento

Paolo Liguori ad Asromalive.com: “Lazio-Roma, niente pronostici. Totti, Toni e Vucinic decisivi. Ranieri–Mourinho, il testaccino già vincitore morale”

 Avevo pensato fin da subito di evitare il domandone che avrebbe precluso ogni buona impressione a distanza “di cornetta”. Quello del pronostico. Ma Paolo Liguori, come i lupi di mare avvezzi ai pericoli dei flutti, s’è cautelato da solo. E’ bastato che dicessi di non potermi esimere dal porre un paio di domande. Scontate. Dev’essere per questo che ha virato con la prontezza degli uomini di fede calcistica navigati per dirmi otto parole: “Il pronostico non si fa. E’ un derby”.
Confesso allora che in quel momento m’è presa la fantasia di fare a cazzotti con la lancetta dell’orologio per  trasporre gli eventi del contesto temporale: senza più l’uniforme che si addice a un docente di Editoria Multimediale con cui me l’ero immaginato, l’ho rivisto in calzoncini corti a sgolarsi in curva Sud. Per l’inevitabile associazione mentale secondo cui l’eterna promessa di matrimonio fatta alla Roma da Liguori fosse passata, inevitabilmente, attraverso la porzione dell’Olimpico che sta ai giallorossi come i “Fatti e Misfatti” si cuciranno “sempre e per sempre” tra le dita del direttore del TgCom.
Non è scaramanzia. Non posso fare l’indovino perché in un derby non esistono pronostici: non sempre vince il più forte, ogni incontro è storia a sé. In questo, il calcio non somiglia affatto a sport quali il basket e la pallavolo, dove non puoi fare risultato senza la rosa migliore. Aggiungo: un conto è il campionato, un conto la stracittadina; una cosa è Roma-Lazio, un’altra ancora Lazio-Roma. In ogni caso, a voler trovare una caratteristica, il derby è una gara che si aggiudica quella tra le due formazioni che riesce a trovare la chiave di lettura fin dai primi istanti: fai stop dopo i venti minuti iniziali del cronometro e hai capito chi si porta a casa i tre punti”.
Nonostante l’aplomb, a prescindere dall’esposizione pulita e fluida che fa parecchio “Direttore da mezzobusto”: mi colpiscono passione e senso di appartenenza. Ancor prima di ogni ritualità, ancor più di qualunque dettaglio propiziatorio. Lo stesso trasporto di quarant’anni fa – credo io – con le sole differenze che: crescendo, le emozioni si impara a gestirle; studiando una vita, si apprende anche la virtù di mascherarle.

Spinelli ad Asromalive.com: “Roma favorita per lo Scudetto, uno come Totti è unico. Ranieri ricorda Bagnoli, un plauso alla Sensi”

 Esordisce in maniera secca, decisa. Aldo Spinelli è stufo, lo si intuisce anche solo per il tono di voce.
Il Verona? Vorrei sapere chi mette in giro queste fesserie, roba da querela. Io del Verona non ne voglio sapere nulla, non mi interessa. Lo dica, per cortesia“.
Presto fatto: anche perchè la notizia, semmai, è un’altra. Il patron del Livorno, dopo 12 anni di sudatissima dirigenza, è stanco. Del calcio.
Non ce la faccio più, ho voglia di uscire dal mondo del pallone, vendo il Livorno a un acquirente degno della gloria di questa società e animato dalle migliori intenzioni e stacco definitivamente la spina da questo contesto. Cosa vuole, arriva un momento in cui la voglia non c’è più e le energie nemmeno“.
Le parole escono nitide dalla bocca di Spinelli ma non riescono a nascondere un senso di pesantezza che si palpa anche così. Attraverso il telefono.
Voglio chiudere nella maniera più decorosa la stagione con il Livorno, dobbiamo provare fno in fondo a conservare la categoria e finchè la matematica non condanna tutto rimane possibile. Gennaro Ruotolo è chiamato al miracolo ma la sua determinazione mi basta: siamo arrivati in questa situazione per colpe che vanno suddivise equamente. Cosmi? Bhè, sappiamo chi è ma non è il solo ad avere responsabilità“.
Nascere a Palmi e finire a Livorno dopo essere passato per Genova. Specializzarsi nel mondo dell’autotrasporto (riferimento indiscusso del contesto genovese con un impero che va dai camion ai containers, dal turismo alla cantieristica) e inventarsi presidente di calcio.

Antonio Tempestilli ad AsRomaLive.com: “Da Viola a Sensi, vi racconto la mia Roma…”

 Vorrei ricordare Tonino Tempestilli“. Parole recenti, firmate Rosella Sensi. Parole che cadono nel contesto dei “valori aggiunti” di questa Roma. La Roma dei romani: in campo, alla guida tecnica, negli uffici. Per chi da anni lavora a fari spenti, vedere il proprio posto riservato sul carro dei vincitori, non può che rappresentare un motivo di orgoglio. C’è modo e modo, però, di raccogliere un elogio. Tempestilli, su quel carro, sale con eleganza e semplicità: “Fa piacere che la presidente mi abbia accomunato a quelle persone che hanno un legame particolare con i colori giallorossi. Dopo tanti anni, l’amore che i tifosi nutrono per questa squadra ti circola nel sangue. Sul lavoro, tutto ciò si riversa in termini di passione. Non può essere diversamente“.
Un quarto di secolo a Trigoria: prima da giocatore, poi da dirigente. Qual è il segreto di una così lunga militanza?
Non ci sono segreti. Ci sono principi. Gli stessi che mi accompagnano fuori dal lavoro: il rispetto per me stesso e per quello che faccio. Onestà ed umiltà sono ingredienti fondamentali: ancora oggi cerco di rubare con gli occhi le virtù delle persone che mi circondano“.