Roma in trasferta a Catania, con il cruccio più grande legato al fatto che il tifo giallorosso sia stato impossibilitato di seguire la squadra per il divieto alla presenza imposto dalle Istutuzioni del calcio. Si gioca in uno stadio – il Massimino, così chiamato dal 2002 – che porta il nome dello storico presidente rossoazzurro, Angelo Massimino.
Vulcanico e caparbio, passionale e fedele a Catania e alla sua gente, Massimino è stato la più alta carica societaria dal 1969 al 1996. Come non ricordarlo nelle sue espressioni più riuscite:
“C’è chi può e chi non può, io può”
I lavori di costruzione dello stadio di Catania, altrimenti detto Cibali per il nome del quartiere nel quale è collocato, vennero avviati nel 1935 mentre l’inaugurazione avvenne due anni dopo, in occasione del match tra il Catania e il Foggia. Nel tempo, è stato uno dei riferimenti imprescindibili del calcio italiano in concomitanza con gli ottimi risultati del club etneo.
Più di uno i ricordi che legano la serie A allo stadio Cibali, tra tutti non possiamo esimerci dal citare la frase che Sandro Ciotti riferì al momento del collegamento dallo stadio durante Catania-Inter 2-0, 4 giugno 1961, quel
“Clamoroso al Cibali!”
che riassumeva tutta la sorpresa del cronista di fronte al doppio vantaggio rossazzurro.
Ristrutturato nel 1991 e nel 1997, lo stadio ha fatto in tempo ad ospitare due partite della Nazionale (nel 1998 contro la Slovacchia e nel 2002 contro gli Stati Uniti), alcune gare di vari sport: dotato di pista d’atletica a 8 corsie, di un campo di allenamento, un campo di pallavolo, un campo esterno di pallacanestro.
Ubicato in Piazza Vincenzo Spedini, lo stadio crea non pochi problemi nel comprenderne la capienza effettiva: difficile stabilire quali siano i dati ufficiali, visto che variano da un minimo di 20 mila posti ad un massimo di 40 mila. Teniamo per buoni i numeri del Centro Nazionale di Informazione sulle Manifestazioni Sportive che indica come capienza 20.266.