Bruno Conti, da Brunico 1982 a Brunico 2009: “Solo grandi uomini diventano grandi calciatori”

di Redazione 1


 Quando parla Bruno Conti, tocca ascoltare con attenzione e accumulare una bella iniezione di fiducia. Perchè il direttore tecnico è un punto di riferimento per ciascun tifoso giallorosso.

Le prime parole le ha rilasciate a Brunico, in occasione del ritiro della Roma. Argomenti toccati?

Un po’ di tutto: problematiche societarie, mercato estivo, tifosi e momenti difficili da superarsi con l’impegno e con il recupero dei valori più importanti.

Senza trascurare affatto i ricordi legati a Brunico, che per Conti fu sede di ritiro quando stava in stanza con Carletto Ancelotti. Queste le parole di Conti:

“Sono fiducioso, per uscire da questa crisi occorre saper soffrire tutti insieme e affidarsi a chi vuole il bene della Roma.

La famiglia Sensi ha la stessa passione che ho io, di questo sono assolutamente convinto. Dobbiamo stare tutti uniti e tenere duro. Serve coesione per uscire da queste vicende, con la semplicità d’animo che ancora ci contraddistingue.

Questi valori li ho imparati tempo fa: è stato Niels Liedholm il primo a farmi capire che potevo dribblare il mondo e proprio qui, sotto questo portico, quando ancora c’era la sabbia, i ciuffi d’erba qua e là, i palloni medicinali con gli attrezzi di ferro al posto delle palestre che ho capito che con la fatica potevo andare lontano.

In questo ritiro, ho mangiato tanto pallone con il Barone e anche nei momenti difficili, l’attaccamento ai valori della famiglia mi hanno permesso di diventare prima un uomo e poi un calciatore”.

Frasi che danno il là ad una sacrosanta verità: quella che dietro un bravo calciatore deve annidarsi un uomo in gamba.

“Sono felice e la mia consapevolezza è quella di aver combattuto le debolezze, le mie incertezze e le delusioni della vita con la normalità. Quando arrivai nell’82 in questo ritiro, tutta la squadra giallorossa, con Liedholm in testa, mi aspettarono nel parcheggio insieme ai tifosi. Era un altro calcio, ma io questo ricordo me lo porto nel cuore come fosse oggi e ai giovani dico sempre che il calciatore finisce, ma l’uomo rimane”.


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