Più di Cassano ci ha fatto felici la Serbia, che si è suicidata in casa con l’Estonia e ci lascia soli in testa, con la possibilità di far sprofondare martedì l’avversario più temuto del girone a-6. A Belfast la Nazionale della qualità e del sorriso non è andata oltre un mogio 0-0 contro avversari poco più che volonterosi. E’ mancata l’allegria del gol, perché chi doveva crearli (Cassano) e chi doveva segnarli (Borriello, Pazzini) ieri aveva giù la catena.
Non è stato tutto da buttare, anzi. La creatura di Prandelli è cresciuta come spirito di squadra ed equilibrio. Ha rischiato poco e ha trovato in Mauri la nota più bella della serata. L’intesa del laziale con Pirlo, spesso in verticale, promette molto. Quando tornerà Balotelli, sarà più facile stappare partite così, che abbiamo in mano, ma non sappiamo schiudere.
TROPPO CIELO L’Italia di Prandelli entra in partita con il piede giusto, come sue bella abitudine. Disinnesca il rischio dell’assalto orgoglioso dei padroni di casa e prende in mano il pallino. Molto merito di Mauri che interpreta benissimo il suo copione. In fase di copertura, si allarga a sinistra compattando il 4-4-2 con il rientro di Pepe, mentre in fase di attacco scivola puntualmente al centro, in posizione di centrocampista. Sulla sua verticale, Pirlo ha così la possibilità si scaricare la palla al laziale o a Cassano. Se i due riuscissero a spendere l’ultimo passaggio illuminante, la note di Belfast diventerebbe subito dolce. Invece purtroppo non avviene perché Cassano non brilla e perché si cerca troppo il cross dalle fasce, che i centrali irlandesi domano sempre. Troppo cielo, poca terra.
RAGIONIERI La sensazione è che se Bonucci e De Rossi (troppe palle perse) rinunciassero a qualche lancio lungo e facessero transitare di più la palla rasoterra, potremmo spremere di più dal nostro possesso palla. Altra sensazione: se attaccata via terra da tipi lesti alla Cassano, o alla Rossi, la difesa irlandese soffrirebbe molto di più. L’Irlanda rinuncia a sogni epici e si concede un primo tempo da ragioniere, speso al novanta per cento nel controllo degli spazi e al dieci nell’attesa di una ripartenza buona, con un 4-4-2 operaio, affilato dal trottolino Feeney a sostegno del bomber Healy. E alla fine del tempo i conti tornano per i ragionieri, perché tra il nostro possesso e la loro prudenza finisce in parità: una grande occasione allo stesso minuto, 31’, (Healy sbaglia di testa, Borriello spreca di piede) e un rigore richiesto: McAuley su Borriello (23’) e mano di De Rossi su cross di Craigan (40’).
Borriello sfiora il primo gol in nazionale
di 9 Ottobre 2010Commenta