Marco Borriello: i suoi primi novanta giorni di giallorosso.Da Repubblica.it:
Marco Borriello, esattamente tre mesi fa, sbarcava nella capitale per la prima volta da giocatore giallorosso, sciarpa al collo, conferenza su toni trionfalistici e primi palleggi davanti a un pubblico impazzito per l’ultimo grande colpo di Rosella Sensi (e Unicredit) arrivato sul gong del mercato estivo. Il 19 settembre il primo gol da romanista, sotto la Sud come tutti quelli successivi (tranne uno realizzato a Brescia). In tutto, nove reti in 18 partite. Ma anche un rapporto non sempre idilliaco con il resto della squadra.
SCONTRO – Alla Roma esiste una regola non scritta, ma che basta avvicinarsi al gruppo per imparare a conoscere: nessuno deve criticare un compagno, in campo e fuori. Per questo, riprendere in modo veemente Totti o Menez per un servizio in verticale troppo lungo o per un assist mai arrivato, alla Roma non è accettato da un gruppo unito da anni. Tra i meno disposti a trascurare la situazione, Daniele De Rossi: il centrocampista, che dello spogliatoio della Roma rappresenta il fulcro almeno quanto Totti, durante la riunione faccia a faccia di tecnico e squadra di ieri non ha mancato di far presente a Borriello come certe cose, alla Roma non siano ammesse, soprattutto da chi è arrivato per ultimo. Cavalcando la tensione per la “reprimenda” del tecnico ai giocatori, la discussione ha inevitabilmente assunto toni accesi, con l’attaccante che si è giustificato energicamente sostenendo di essersi comportato così anche con i campioni del Milan, senza mai ricevere per questo critiche. Prima che la situazione degenerasse, l’intervento dei compagni ha ristabilito la tranquillità, poi De Rossi ha lasciato nervosamente Trigoria ufficialmente per assolvere a una visita di controllo dell’assicurazione, a seguito del’infortunio in nazionale.
DAGLI SMS A PALERMO – La presa di posizione di De Rossi, rispecchia un malessere condiviso da tempo da tutta la squadra: proprio il centrocampista aveva accolto Borriello con quel “andiamo a vince” inviato via sms nel giorno del suo acquisto dal Milan. Allo stesso modo, da leader, ha voluto chiarire per primo una situazione mal digerita da tutti. Perché le scenate sistematiche in campo del numero ventidue rischiano di restituire all’esterno un’immagine distorta dell’armonia dello spogliatoio e di innervosire la squadra in momenti delicati della partita. Ancora meno, poi, sono state gradite le immagini catturate da Sky che riprendevano l’attaccante con le mani sugli occhi o a disegnare un gesto da “tanto ormai…” dopo il secondo e terzo gol del Palermo. Non è una novità che i rapporti tra Borriello e l’ambiente romanista non siano esattamente idilliaci: a Napoli Ranieri aveva preso malissimo il suo sfogo dopo la sostituzione (“Non sono stanco, sentivo che potevo segnare da un momento all’altro”, disse) e il suo malumore per l’esclusione dalla gara di Torino con la Juve. Anche per questo, proprio in quelle ore, era tornata a circolare l’indiscrezione che voleva possibile un suo ritorno a Milano già a gennaio, eventualità esclusa poi seccamente dai dirigenti giallorossi. A Palermo l’ultimo atto: la discussione con Totti e Riise per tirare una punizione dal limite, calciata poi malamente dal centravanti. Decisivo in campo, ma non amatissimo nel segreto dello spogliatoio: due facce di un volto che, come i gol, avvicina Borriello a Batistuta. In attesa di sapere se, in vista di un nuovo ballottaggio a tre con Totti e Vucinic (da oggi a disposizione) per le due maglie dell’attacco, l’episodio di Trigoria peserà sull’urna di Ranieri.