Da Il Messaggero:
Da un giorno all’altro sei lì, immobile. Il mondo è solo un letto, una stanza, un computer che è l’unico mezzo di comunicazione con gli altri. Intorno ci sono tanti ricordi, le fotografie con i gol, qualche poster, il disegno appeso proprio sopra i suoi occhi realizzato per lui dalle figlie più piccole, Gaia e Benedetta, oltre il quale c’è la bellissima corte di Casa Mazenta. Stefano Borgonovo vive così da più di due anni, a Giussano, tra Milano e Como, ostaggio della maledetta Sla, la sclerosi laterale amiotrofica che lui chiama la stronza. Nel suo letto, Stefano lotta, guarda avanti con coraggio. La moglie Chantal e la cognata Ivonne sono sempre presenti. «Il futuro va affrontato con grande determinazione», scrive Stefano perché non può parlare. «La forza me la danno le figlie (con Gaia e Benedetta c’è Alessandra, ndr) anche se non posso vivere con loro le giornate come vorrei». Il calcio è sempre la sua vita, anche adesso che può solo guardarlo su uno schermo. «Per me è passione pura», dice Stefano che, però, un poco rimpiange il suo calcio, quello di ieri che poi è, alla fine, quello di poco più d’un decennio fa. «C’è una cosa che, adesso, mi colpisce: tutto è dovuto ai calciatori d’oggi. E poi non vedo nessun colpo straordinario, alla Maradona. Questo è triste. Forse girano troppi soldi». Giocatori dalla personalità spiccata Borgonovo ne individua pochi. «C’è Totti, e chi lo conosce mi capisce, sa cosa voglio dire. I suoi colpi sono magistrali, in campo e fuori». Ammira Cassano che definisce «il giocatore che più di tutti avvicina i colpi di Diego, ha un grande talento», ma un posto speciale nel suo personale ranking Borgonovo lo riserva a De Rossi.
«Punto su Daniele. Ha doti straordinarie. Mi ricorda la grinta e la grande personalità di Tardelli. La Roma è una grande squadra, non c’è solo lui, con Totti: ha un dirigente bravo e capace come Pradè. Adesso, poi, i dirigenti di classe li conti sulle dita di una mano sola. Forse». Borgonovo segue il campionato con una cura quasi maniacale. «Guardo tanto sport in tivù ma per il calcio ho un vero debole», spiega. Ascolta le domande, Stefano, e per quelle del calcio ha un’attenzione speciale. Il viso si illumina, vorrebbe essere in campo, il pallone ai piedi, i tifosi. «Questo campionato, adesso, mi piace molto. Il Milan? Peccato per le troppe assenze, ma faccio i complimenti a Leo e Galliani».
Dall’altra parte della barricata, a Milano, c’è l’Inter che guida il torneo. «Loro hanno un grande vantaggio. E’ Mourinho, che è un trascinatore, uno che manca agli altri». A un piccolo passo c’è la Roma. «Ranieri ha fatto un grande lavoro». Dal suo letto, Borgonovo non perde una sola azione delle partite.Il finale del campionato? «Il desiderio, irrealizzabile, è uno spareggio a tre». Segue tutto, Stefano, e non gli è sfuggito nella sulla vicenda Balotelli, i fischi dei tifosi, lo stop di Mou. «Mario è un ragazzo di diciannove anni al quale tanti vogliono bene. Chi ti critica, caro Mario, chi ti da consigli, soprattutto i tuoi compagni nello spogliatoio, devono ricordarsi cosa facevano quando avevano la tua età».