Da La Gazzetta dello Sport:
Dodici squadre in carriera, due sole nel cuore: giocava nella Roma Primavera Sandro Tovalieri nell’anno del secondo scudetto, andò anche in panchina con la prima squadra (penultima di andata, Roma-Genoa 2-0, autorete di Corti e Di Bartolomei), per l’esordio in giallorosso dovette aspettare l’85-86, per la stagione migliore il triennio a Bari, concluso coi 17 gol del campionato ’94-95.
«Mi giocavo la classifica dei cannonieri con Batistuta, poi nel finale saltai tre gare per infortunio e lui scappò definitivamente. Ero il primo degli italiani in classifica marcatori, si parlava anche di Nazionale: Sacchi in un’intervista disse che mi stava seguendo, poi non se ne fece più nulla».
Quindi, con tutti questi ricordi… «Farò il tifo per la Roma, nessun dubbio. Il cuore è qui, nonostante quello di Bari sia stato il periodo più bello della mia carriera. E poi la squadra di Ventura ha fatto un bellissimo campionato, ma non ha più bisogno di punti. Mentre noi ci crediamo tutti: la squadra è competitiva, se non perdiamo punti contro le piccole squadre possiamo giocarcela fino alla fine. Con buone possibilità di vincere».
Lei in Bari-Roma ha anche segnato. «Sempre l’anno dei 17 gol. All’ andata perdemmo 2-0, al ritorno, a Bari, facemmo 2-2; segnai deviando nell’area piccola un cross dal fondo. Uno dei miei soliti gol da rapinatore, insomma».
All’epoca c’era ancora la moda di non esultare contro la ex squadra. «Però mi detti un contegno, il cuore era diviso a metà. Esultai di più in un Cagliari-Roma, ma era diverso, stavamo lottando per la salvezza».