Da Il Romanista:
«Il fatto che l’Inter lo voglia, testimonia quanto vale. E allora, preferisco tenermelo stretto». Parola di Claudio Ranieri, a gennaio, con il mercato ancora aperto e la società nerazzurra alla ricerca di un vice Snejder, individuato proprio in quel Julio Baptista che a Roma sembrava aver smarrito, insieme alla condizione di forma, addirittura la propria identità calcistica. Quella che gli aveva fatto meritare l’appellativo di “Bestia”, a Londra ma ancor più in Spagna, col Siviglia prima e il Real Madrid poi. «Chissà che non sia proprio lui il giocatore che andiamo cercando» aveva detto ancora il tecnico di San Saba, sapendo che, come era accaduto con Taddei, Perrotta, e tanti altri, quella di Julio Baptista avrebbe potuto costituire un’altra sfida personale nel recupero di un giocatore. Una sfida che, alla luce delle ultime prove, potrebbe rivelarsi la sua ennesima scommessa vinta. A Firenze, e in casa con il Palermo, il tecnico ha scelto infatti di utilizzarlo solo dall’inizio della ripresa, tutt’e due le volte al posto del capitano. Affidandogli il compito che – parole di Ranieri – Julio si è scelto lui stesso: largo a sinistra, con Vucinic prima punta, quasi a voler finalmente mettere un punto sulle dispute intorno alla sua collocazione in campo. Troppi infatti gli equivoci che si sono succeduti circa il suo ruolo: non è una prima punta, si è detto, né una seconda, né, forse – a dispetto di Mourinho che così lo avrebbe impiegato – un trequartista. Proprio la posizione di esterno sinistro è sembrata essere la più congeniale alle sue caratteristiche. E’ in questa zona del campo che verosimilmente agirà anche questa sera. Contro quel Panathinaikos che, al pari dell’Inter e del Besiktas, aveva avanzato una propria offerta al giocatore lo scorso gennaio.