Stando a quanto riporta Il Messaggero edizione odierna, in casa Roma si vive una situazione delicata: Claudio Ranieri ha iniziato a seguire le opinioni tattiche dei calciatori. Il clima somiglia a quello dell’autogestione. Testuale:
Se i muscoli delle loro gambe hanno attualmente lo spessore e la resistenza dello zucchero filato, almeno a braccio di ferro i giocatori della Roma sono imbattibili. Per i culturisti della sconfitta, dopo il successo contro Rosella Sensi, respinta la sua richiesta di ritiro anticipato verso Parma, anche quello contro Claudio Ranieri, sulla preparazione fisica e l’atteggiamento tattico. Adesso comanda la squadra che, ottenendo il massimo dal maxi processo di mercoledì a Trigoria, si è almeno presa tutte le responsabilità.
Se le cose non andranno bene al Tardini, è normale che il club imponga, stavolta senza trattativa, la sua linea dura (normale, per la verità, si fa da sempre e si vede pure nelle categorie inferiori): ritiro da domenica sera, a oltranza. L’allenatore resta precario. Nessuno lo vuole licenziare, ma anche la fiducia, come la pazienza, ha un limite. Cioè: vediamo se la situazione migliora, sennò arrivederci e grazie. E qui il discorso si fa complicato: il successore deve essere un numero uno e in giro ce ne sono pochi.
Leonardo è proposto da fuori. Bocciato dai dirigenti, nonostante sia stato sponsorizzato alla famiglia in grande amicizia dal manager di casa già a metà settembre. E soprattutto sconsigliato dai procuratori che gestiscono anche qualche brasiliano giallorosso. Il nome più credibile, per l’avvicendamento di Ranieri, è Carlos Dunga, sul quale le referenze sono sicuramente migliori rispetto a quelle del connazionale, più manager che tecnico: quindi di allenatori ne servirebbero due… Del “Cucciolo”, ex cittì della Selecao, basta chiedere a Juan. E non solo a lui. Ma se la ritirata della Sensi appartiene al vuoto di potere societario, ben più significativa è la retromarcia del tecnico che, senza più appuntamenti per la firma del rinnovo del contratto, si affida alla squadra per salvare il posto. «Se sono un problema me ne vado» avrebbe detto ai giocatori. Ma nessuno di loro rema contro.
Quasi tutti, questo sì, sono contro le sue idee: bocciate la preparazione fatta in estate, le continue modifiche al sistema di gioco e il ritorno al 4-4-2 nelle ultime due gare ancora più prudente di quello che proprio Totti smascherò, anticipando tutti, all’Allianz Arena di Monaco il 15 settembre. «Catenaccio» disse e catenaccio è stato contro il Genoa e il Basilea: terzini bloccati come sentinelle, nove giocatori a far muro davanti e dentro l’area di rigore, pronti a sparare il pallone verso i due attaccanti, distanti dai loro compagni e dal gioco e inutili sagome del tiro a bersaglio. Presto dovremo farla passare, per quieto vivere, come mediazione. Ma la verità è che Ranieri ha dovuto arrendersi all’evidenza, incassando la promessa di impegno e attenzione. Sulla preparazione qualcuno aveva già fatto di testa sua, intensificando il lavoro in proprio: De Rossi, da qualche settimana e prima dell’infortunio, era tornato a fare un po’ di forza. Lo stesso Taddei, prima di rientrare. Ma ormai il sessanta per cento dei giocatori passa anche in palestra. Per aiutare le gambe fiacche. La evitano pochi: Mexes, Menez, Brighi e Perrotta, tra i titolari. Qualcosa, però, sta cambiando anche in campo: il professor Capanna, bravo per il mantenimento (pensate alla stagione scorsa), comincia a intervenire.
Per gradi. Non si può esagerare con la forza e la palestra: troppi impegni ravvicinate. Ma si alzerà l’intensità negli allenamenti e si guarderà in assoluto di più alla resistenza. E’ successo in questi due giorni, da lunedì partirà il richiamino. Dopo le feste di Natale, si ripartirà da zero o quasi. Ora, invece, si farà attenzione alla gestione, approfittando però di tutti gli spazi liberi per caricare. Coinvolgendo maggiormente Bertelli che è stato bloccato in estate, quando era già d’accordo con il Bologna: ha il contratto in scadenza, ma non può pensare solo agli infortunati, come se un ex spallettiano dovesse restare in castigo. In più si verificherà il peso degli atleti: non c’è solo Adriano da seguire con la dieta. Più facile ripensare tatticamente la Roma: la squadra è per il 4-3-3 che Ranieri comunque potrà anche far passare per il 4-4-2 di prima. Mascherato, però, con Vucinic a sinistra, in fase di non possesso palla. In attacco, tridente stretto: quasi l’albero di Natale, con Totti sul centro destra e un passo dietro al centravanti Borriello.