MOSSE – Studiare i conti fino a settembre Poi le trattative. Dunque, la palla è passata a Rothschild, che «dovrà procedere alla dismissione della Roma in tempi brevi», ma non troppo. Attenzione, la priorità è affidare il club ad un progetto serio di medio/lungo termine. No a soluzioni prendi e scappa. La partita la giocherà Alessandro Daffina, managing director della banca d’affari. La prima mossa: radiografare la Roma, risalire al reale stato patrimoniale del club. Se non scopre cosa si «nasconde» dietro i bilanci pubblici, non sa nemmeno quanto chiedere ai compratori. I conti, intanto, sono peggiorati. A naso, chi si comprerà la Roma per prima cosa dovrà ricapitalizzare. Questo lavoro impegnerà Rothschild fino a settembre. La seconda: raccogliere le manifestazioni d’interesse, studiarle da cima a fondo, fare tutte le verifiche del caso. La quarta: cominciare le trattative. E a quel punto saremo già in autunno. ACQUIRENTI – Arabi, americani perfino toscani. Ma i romani? Due anni dopo, la Sensi se n’è resa conto. «Su Soros mi consigliarono male». Si è giustificata così in uno degli incontri con UniCredit. Oggi, sono altri i nomi accostati alla Roma. Quello del principe saudita Al Waleed è altrettanto affascinante. Contattato da UniCredit con la mediazione di Tarak Ben Ammar. Arabi sarebbero pure i soldi del fondo di Abu Dhabi Aabar, già azionista di UniCredit, che ha raccolto informazioni. A Rothschild sono arrivati segnali consistenti anche da fondi americani e cinesi. E gli italiani? UniCredit è stata contattata da una cordata di imprenditori toscani. I romani ancora latitano. Angelini si è chiamato fuori dopo aver giocato al ribasso con la banca. E Angelucci, che ha fatto trapelare il suo interesse, aspetta di capire realmente di cosa si tratti. Anche se si sussurra che non sia disposto a spendere più di 100/120 milioni.
As Roma: è scattata la fase 2
di 28 Luglio 2010Commenta