Spalletti, Zamblera e Borriello: come cambia la vita in un anno

di Redazione Commenta


 Dal Romanista:

Mentre i laziali aspettano ancora Santa Claus, con Gheddafi ripartito per le Libie, proprio a Ciampino sbarca qualcuno che è meglio di un regalo di Babbo Natale e più importante del Colonnello: Marco Borriello. In rima. Per la Roma. Alè, alè. Arriva da Milano come Delvecchio, è passato dal Genoa come Pruzzo, è nato nello stesso giorno di Montella (e di Paul McCartney che tifa Everton e tifava Roma quella sera) nell’anniversario di San Simplicio (esiste, è protettore di Olbia) esattamente nel giorno in cui l’anno scorso se ne andò con gli occhialoni scuri scuri Luciano Spalletti. Come passa il tempo. Quanti anni in un anno soltanto. Da Zamblera all’attaccante della Nazionale che ha voluto lasciare il Milan dopo aver rifiutato la Juventus per questa maglia, se poi ci aggiungete che un paio d’anni fa da solo “doppiò” la Lazio all’Olimpico… Cos’è questo? Onanismo da incalliti. Una notizia da sparare alla mamma. Quintessenza del Nirvana. La quinta carta spizzata a poker quando in mano c’hai tre assi (Vucinic, Menez e Adriano) e un re che vale più tutti gli altri messi insieme. Senza Parola. Borriello è la colomba della pace, la bella domenica in cui la Roma vince e la Lazio perde, tanta tanta serenità per tutti. Chi è romanista sente chiaramente sfumati gli effetti della crisi economica, e politica, e finanziaria: ed è una constatazione scientifica. Borriello parte bene e arriva meglio.


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