Arbitri: dopo Calciopoli è rimasto solo Rosetti (ricordate Milan-Roma 2-1???)

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 Da La Repubblica:

Un grande mercato. Ecco cos’era. I telefoni erano bollenti, in quegli anni di Calciopoli. Nel suo libro, “Sono morto una notte di luglio”, Paolo Bergamo, ricorda che “i numeri di telefono dei designatori erano noti alla Lega e quindi a tutti i presidenti di società che potevano chiamare in qualsiasi momento perché i regolamenti di quegli anni non lo vietavano… Le telefonate erano tante e di differente provenienza. Immancabilmente riguardavano i presunti errori o torti subiti…”. Chiaro, che telefonare non era (non è) reato. Bisogna vedere cosa si dice: se ci sono pressioni indebite, minacce, eccetera. Se si usano, e perché, schede segrete per non farsi intercettare. Quello che i pm di Napoli cercano di fare, di districarsi fra 150.000 intercettazioni note e meno note, alcune non trascritte e che, magari, sarebbero servite, eccome, alla giustizia sportiva qualche anno fa. Il 13 aprile riprende il processone a Napoli: usciranno, nel frattempo, altre intercettazioni. Gli avvocati di Moggi ci stanno lavorando, con alcuni periti. “E saranno-garantiscono-intercettazioni ancora più consistenti…”. E’ stata tirata in ballo anche l’Inter, che prima non compariva mai: anche Moratti e Facchetti parlavano con Bergamo.

Domani si riaprono gli uffici di Figc e Procura federale: allora si capirà come vogliono muoversi Giancarlo Abete e Stefano Palazzi. Ci sono elementi per aprire una nuova inchiesta sportiva? Per rivedere i processi passati in giudicato? Per revocare all’Inter lo scudetto 2006 come chiede Bobo Vieri? O è tutto prescritto? Molte cose bollono, e il quadro non è ancora del tutto chiaro.
C’erano anche le cene, a quei tempi: Bergamo ricorda-sempre sul suo libro- quella della stagione 2001-2002 a casa Moratti, a Forte dei Marmi, con il presidente dell’Inter che si lamentava per gli arbitraggi di Paparesta e De Santis. Niente di illecito, tutto alla luce del sole. Tanto che nella stagione 2002-’03, Moratti rinnovò l’invito a colazione a Bergamo, “estendendolo anche ai coniugi Collina”. Ma, scrive il broker livornese, “gli dissi che non era conveniente: gli arbitri devono mantenere, fintanto che sono in attività, una privacy rigida…”. L’ex designatore livornese ricorda ancora come, stagione 1999-2000, c’era “la lista nera”. La Juventus non “gradiva Bolognino, Cesari, Farina e Racalbuto, la Lazio Collina, Pellegrino, Treossi e Bazzoli…“. Stagione 2000-’01 la “Roma aveva la sua lista di arbitri non graditi: Messina, Pellegrino, Tombolini, Rosetti“. Stagione 2002-’03 “l’Inter era la squadra con il maggior numero di arbitri non graditi: De Santis, Messina, Rodomonti, Trentalange, Treossi (cinque internazionali), Pellegrino, Racalbuto, Tombolini“. Di quegli arbitri è rimasto in attività solo Rosetti (sempre poco gradito alla Roma). Bergamo spiega inoltre che nei casi in cui le polemiche erano più roventi, “era una nostra scelta (sua e di Pairetto, ndr) evitare di inserire un arbitro nella griglia in cui era presente la squadra che in quel momento era preferibile non fargli incontrare….”. Si chiamava (si chiama) ricusazione. Capitava ai tempi del sorteggio, scellerato. “Ma non truccato”, garantisce Bergamo, pronto a chiamare anche i notai a testimoniare a Napoli. Non è finita: De Santis e Bertini passavano per filojuventini. Stagione 2004-’05. Per Bergamo è falso, e spiega come De Santis arbitrò bene Juve-Inter 0-1, il derby di Milano e anche Fiorentina-Milan 1-2. Con Bertini di Arezzo poi la Juve fece una media di 1,66 punti a partita e il Milan 2,33. “Appare evidente che la Juventus gli alleati non sapeva sceglierli!”. Opinioni, ovviamente. Fra le intercettazioni uscite in questi giorni, viene tirato nuovamente in ballo anche l’attuale designatore Pierluigi Collina: mai comparso nell’inchiesta napoletana e uscito da quella sportiva con un “non luogo a procedere”. Vero che parlava con Meani, vero che Franco Carraro a quei tempi aveva cercato (per ben tre volte) di convincerlo a lasciare l’arbitraggio e fare il designatore. Erano in tanti a chiederglielo: Bergamo organizzò addirittura una cena apposta (ma anche lui non riuscì a convincerlo). Sul conto di Collina, niente di nuovo. Ma veleni ributtati nel frullatore. A chi giova?


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