L’arbitrato tra Italpetroli e Unicredit è una partita con tanto di trofeo. In bacheca, le sorti della A.S. Roma, ovvero dell’asset più ghiotto che sta nelle mani di Rosella Sensi. Il direttore di gara, stavolta, non ha giacchetta nera ma veste in maniera più formale. Giacca e cravatta. Dovesse mai fischiare un fallo inesistente, nessuno dia la colpa Pierluigi Collina. Stavolta, non sarebbe causa di eventuali conseguenze. Dopo un primo tempo scialbo, durato più di un anno e nel corso del quale s’è fatta pretattica, la ripresa si annuncia di fuoco. Poco importa se – a fronte dei primi 45′ trascorsi in 365 giorni – la seconda parte di gara si consumerà in 19 intensissimi giorni. Perchè, in un senso o nell’altro, a un verdetto occorre arrivarci. Agli amanti delle scommesse, più di altre volte, consigliamo di astenersi da ogni puntata. Troppi se. Una valanga di condizionali. Agli amanti della Magica inutile dire di astenersi dal fare il tifo. Ma, i più deboli di cuore, stavolta stiano a casa.
Il futuro in 19 giorni. Saranno determinanti mosse e strategie però – pare di capire – mai come stavolta potrebbe rivelarsi risolutorio un fitto rapporto di pubbliche relazioni. Tra avvocati, in verità. La A.S. Roma entra nell’intreccio economico che interessa Unicredit e Italpetroli in maniera (in)diretta. A leggere nel dettaglio ramificazioni e branchie, è dentro fino al collo. Perchè la società giallorossa, a ben vedere, è l’unica fetta della torta di Italpetroli con cui Unicredit potrebbe sfamarsi a sufficienza. Ballano oltre 325 milioni di euro (più interessi) vantati dalla banca che – a furia di pagherò – ha solo voglia di incassare quanto preteso. Al fine di raggiungere una mediazione, la holding di casa Sensi ha optato per l’arbitrato.
E ieri, alle 11 di una mattina soleggiata, Cesare Ruperto – in poltrona nel suo studio di via Cesare Ferrero di Cambiano 82 e in virtù del ruolo di Presidente del collegio arbitrale designato – ha fischiato l’inizio della ripresa. Saranno fasi concitate, vero, ma pare altrettanto verosimile ritenere che i 19 giorni di tempo nei quali le parti hanno mandato di trovare un’intesa che soddisfi entrambe – Unicredit per la parte di credito, Italpetroli per la parte di debito – possano fruttare l’accordo. Giorni delicati, quelli prossimi: stavolta non toccherà nè a Francesco Totti prendere per mano i compagni nè a Claudio Ranieri tenere la rosa a un livello di concentrazione accettabile. Neppure Daniele Pradè sarà uomo della partita: ha già dato. Con Adriano, con Fabio Simplicio.
Quando il gioco si fa duro, diceva qualcuno… entrano in campo i legali. Perchè in questa coda del finale di stagione, la partita in corso nelle prossime due settimane e mezzo potrebbe essere più decisiva, per delineare le sorti della casa giallorossa, di quanto lo sia stata quella sciagura di Roma-Sampdoria.
Come nelle migliori tradizioni di un Roberto Rosetti della vocatura, Ruperto non ha stravolto le abitudini e, prima di dare il là alla ripresa, si è concesso il solito. Fuori di casa alle 10.10, edicola fissa per l’acquisto di qualche quotidiano, un giro in zona Vigna Stellini e poi tragitto casa-lavoro. Le parti interessate fanno ingresso in campo tra le 10.40 e le 11. Ciascuno al suo posto. Ruperto guarda l’ora, controlla gli schieramenti, autorizza il calcio di inizio.
Alle 13.25 del 4 giugno si chiude il primo incontro dell’arbitrato: l’udienza, durata più di due ore, si è svolta alla presenza, oltre che di Cesare Ruperto, degli altri arbitri Romano Vaccarella e Enrico Gabrielli. In rappresentanza di Unicredit, l’avvocato Francesco Carbonetti; per i Sensi, i legali Agostino Gambino e Antonio Conte.
Quando si accingono all’uscio e varcano i gradini esterni – tutti insieme, tutti schierati – i cronisti in attesa sembrano Brian De Palma dietro la cinepresa. E loro, impettiti, il sequel de Gli Intoccabili.
Il primo a rilasciare dichiarazioni è proprio il legale di Italpetroli, Gambino: “L’udienza è stata rinviata al 23 giugno per tentativo di conciliazione e in difetto discussione finale. Da entrambe le parti ci auguriamo di arrivare a una conciliazione“. Invitati a presenziare, stavolta, anche Rosella Sensi e Alessandro Profumo.
E già, il sentirlo dire, rappresenta di per sè uno spiraglio mai visto in precedenza. Cosa cambia nella sostanza è presto dirlo. Nella forma, intanto, è cambiato tutto: ora, ora sì, ci sono date e scadenze; appuntamenti irrinunciabili; certezza di una fine. Della controversia, dell’attesa.
A. B.