Francesco Antonioli si confessa sulle pagine de “La Gazzetta dello Sport” cogliendo la palla al balzo per parlare di Alexander Doni, portiere della Roma a cui sta capitando un periodo poco felice (soprattutto per scarsa condizione fisica e faccende di nazionale). Batman, come è soprannominato Antonioli che con la maglia della Roma ha vinto l’ultimo scudetto capitolino, ora è il portiere del Cesena e reduce dal miracolo di domenica, quando gli è riuscito di parare due rigori in una sola partita (contro il Mantova). Le parole spese in favore del collega brasiliano sono inequivocabili. Eccole:
C’era una volta “Numero uno: Batman!”. C’era una volta Francesco Antonioli, il portiere del terzo scudetto, l’ultimo a mettere d’accordo tutti i tifosi della Roma (ma solo per un po’). C’era una volta fra i pali un gran giocatore, ma così grande che anche adesso, a 40 anni dopo aver fatto bene a Bologna – ha deciso di provare a portare il Cesena in serie A. Per farlo domenica scorsa ha parato persino due rigori, arrabbiandosi così tanto con l’arbitro da meritare (secondo il giudice sportivo) altrettante giornate di squalifica. Strano, per un tipo solitamente pacifico. Stretto nel suo giubbotto di pelle nera sulle tribune dello stadio di Cesena guarda la Nazionale che si allena e sorride:
“Meglio lasciar perdere. Diciamo che certe cose non mi erano piaciute”.
Antonioli, ha visto che a Roma, da quando è andato via lei, sui portieri sembra essere calata una maledizione?
“Eh, ho visto… A Roma non c’è pazienza. I tifosi hanno sempre fretta e vogliono solo vincere”.
Anche Doni è entrato nel mirino.
“E non capisco perché. Secondo me lui è un ottimo portiere. A Roma ha fatto bene. Ultimamente è stato frenato solo dei problemi fisici, ma non è che sia diventato scarso”.
In compenso è stato scoperto Julio Sergio.
“Mi pare che abbia fatto buone prestazioni. Non sarà molto alto, però sa il fatto suo. E poi neppure quel signore lì era alto, eppure era bravo lo stesso, no?”, dice indicando Angelo Peruzzi.
Artur e Lobont, invece, sono in crisi.
“Capita, poi sinceramente li conosco poco. Ma il problema principale è la mancanza di pazienza. D’altronde io posso dirlo, no?”.