Giampaolo Agelucci, entrato di diritto nella lista dei pretendenti della A.S. Roma dopo aver depositato un’offferta vincolante ai fini dell’acquisizione del club, si trova in ben altre – e meno piacevoli – vicende affaccendato. L’imprenditore, infatti, avrebbe versato a Raffaele Fitto, esponente PdL e allora (i fatti risalgono agli anni compresi tra il 1995 e il 2005) governatore della Puglia una tangente di 500 mila euro per sostenerne l’attività politica. L’illecito finanziamento è al vaglio della magistratura. Da Il quotidiano di Puglia:
Sono circa 280 i testimoni che accusa e difesa hanno chiesto di far deporre nel processo chiamato “La Fiorita”, in cui è imputato il ministro per gli Affari regionali, Raffaele Fitto, assieme ad altre 57 persone.
Fitto, all’epoca dei fatti governatore della Puglia, risponde di sei reati: due episodi di corruzione, tra cui la presunta tangente da 500mila euro ricevuta dall’editore romano Giampaolo Angelucci,
illecito finanziamento al suo partito “La Puglia Prima di Tutto”, peculato e due episodi di abuso d’ufficio.Nell’udienza di oggi, la seconda del processo, il pm Renato Nitti e i difensori degli imputati, hanno chiesto l’ammissione dei testi e delle prove, tra cui alcune intercettazioni non inserite nel fascicolo in sede di udienza preliminare, che riguardano l’esistenza, ipotizzata dalla procura, di una presunta associazione per delinquere finalizzata ad assicurare alla società barese “La Fiorita” le concessioni di servizi di pulizia di enti pubblici e Asl pugliesi ed un appalto da 198 milioni di euro ad una società di Angelucci per la gestione di 11 Residenze sanitarie assistite.
I fatti contestati si riferiscono agli anni 1999-2005, quando Fitto era presidente della Regione. Sulle richieste di ammissione di prove e testimoni i giudici della seconda sezione penale del tribunale di Bari scioglieranno al riserva nella prossima udienza, fissata per il 31 gennaio.