Angelini non rilancia, Rosella Sensi fa pace con Roma?

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Il Sole 24 Ore riporta l’attenzione alle trattative per la vendita della A.S. Roma. Stavolta i retroscena sono legati alla mancata offerta di Francesco Angelini, che avrebbe dovuto presentare la propria proposta ancora prima di Natale. Il nulla di fatto viene letto dal quotidiano come un segnale che va a vantaggio della famiglia Sensi che gioverebbe, in tal senso, del filotto di gare utili della squadra e dell’entusiasmo regalato dall’acquisto di Luca Toni. Con il pubblico aria di schiarita, l’armonia potrebbe anche tornare.
L’articolo:


“L’offerta dell’imprenditore Francesco Angelini sarebbe dovuta arrivare prima di Natale: una proposta formale d’acquisto della quota di controllo della As Roma, detenuta tramite la Roma 2000 dalla holding Italpetroli. Come pure avrebbe dovuto concretizzarsi l’interesse di Clessidra per gli asset petroliferi di Italpetroli. Il private equity che ha smentito le mire sul club malgrado la provata fede giallorossa del suo fondatore Claudio Sposito, guarderebbe soltanto agli asset industriali, dossier presentato da Mediobanca, advisor dei Sensi.
Le due trattative per ora non si sono concretizzate. E in ambienti finanziari l’impasse viene colta come un segnale a favore della famiglia Sensi, azionista di controllo del club giallorosso. Il piano per strappare la “Magica” a Rosella Sensi, arroccata per difendersi dagli attacchi del maggior creditore UniCredit, sembra però soltanto ritardato. Fino a quando? Almeno fino alla fine di questo campionato, fanno notare alcuni osservatori. La famiglia Sensi pare infatti avere ritrovato un po’ dell’armonia ormai persa con la tifoseria giallorossa: merito della scia favorevole in campionato (dove la Roma è attualmente a ridosso della zona Champions League), subito dopo l’inizio disastroso e grazie all’acquisto di un attaccante come Luca Toni, in prestito dal Bayern Monaco e con un contratto di 1,8 milioni fino a giugno. La fine del campionato potrebbe essere assicurata ai Sensi anche dai tempi dell’arbitrato in corso con UniCredit, maggior creditore del gruppo con un’esposizione per 330 milioni. L’arbitrato che vede i Sensi assistiti dallo Studio Gambino e UniCredit da Francesco Carbonetti, si concluderà infatti in estate. Per ora sono stati nominati due arbitri: Enrico Gabrielli, professore all’Università di Roma Tor Vergata, e il giurista Romano Vaccarella. Il Presidente del collegio arbitrale, come terzo arbitro, verrà invece scelto nei prossimi giorni. Motivo del contendere sono le modalità di rescissione del contratto di finanziamento da parte di UniCredit che, secondo i consulenti di Italpetroli, non sarebbero state corrette; basate sulla mancata presentazione entro la scadenza prevista del Nav (cioè la situazione patrimoniale) di Italpetroli. Ben diversa la posizione della banca che ha ribadito la correttezza delle azioni e ha insistito sull’obiettivo prioritario: il rientro del credito verso Italpetroli, dopo che non sono state rispettate le scadenze di rimborso. E che la banca guidata da Alessandro Profumo non abbia alcuna intenzione di mostrarsi comprensiva verso i Sensi, lo dimostrano i tredici decreti ingiuntivi presentati in Settembre al Tribunale di Roma (in particolare sui beni immobiliari della famiglia Sensi), su alcune delle quali lo stesso Foro si è ritenuto non competente. Così, tra gli addetti ai lavori, si guarda a giugno come data probabile per quel passaggio di proprietà che da oltre due anni (dai tempi dell’offerta di George Soros, fino alla cordata fantasma di Vinicio Fioranelli) sta sfociando in vicende più o meno pittoresche: finito quindi l’arbitrato e concluso il campionato 2009/2010. Comprare adesso la Roma significherebbe infatti rilevare qualcosa dal valore indefinito. L’obiettivo resta la qualificazione alla Champions League, cioè il raggiungimento del quarto posto in campionato, che potrebbe garantire flussi ulteriori di entrate. Ecco perché Angelini, che fino allo scorso anno sembrava disposto a valutare la Roma in base al solo valore borsistico (il club capitalizza 114 milioni), dovrà aspettare qualche mese: senza contare che il nuovo azionista potrà, da giugno, mettere mano alla campagna acquisti. Ma molto dipenderà ancora da quanto i Sensi riusciranno ad arroccarsi”.


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