L’articolo del Romanista:
Al tavolo verde era un impulsivo, Francesco Angelini. Poi, con il passare degli anni, è diventato più riflessivo e paziente, tanto da migliorare anche nel gioco. La classe c’era anche prima, quella che è cresciuta col tempo è stata la produttività. Il cuore, insomma, nel bridge sembrerebbe aver lasciato spazio alla testa. Almeno per ora.
Per quanto riguarda la Roma, invece, testa e cuore vanno di pari passo, ma questa è un’altra storia. Che – ancora – non ha avuto lo stesso successo di quella che l’imprenditore farmaceutico ha avuto con le carte in mano. A raccontare qualche dettaglio dell’Angelini giocatore è l’amico e compagno Valerio Giubilo: «Abbiamo giocato insieme nel periodo 2002-2003, poi io mi sono fermato un anno e ora ho ripreso quindi posso dire di conoscere abbastanza bene la sua passione per il bridge. Per prima cosa – spiega – lui ama questo sport da anni: l’Angelini bridge team esiste dal 1994, ma lui ci giocava già dagli Anni 70. L’ossatura, in questi 15 anni, è rimasta più o meno la stessa, seppur con qualche innesto nuovo. Al momento ne fanno parte – aggiunge – oltre a Francesco e al sottoscritto, anche Lorenzo Lauria, Alfredo Versace, Fulvio Fantoni e Claudio Nunes».
Con Versace Angelini fa spesso coppia: «Si trovano bene insieme – dice ancora Giubilo – e lui ha beneficiato della vicinanza di Alfredo, un campione di livello internazionale. Fino al 2005 il suo atteggiamento al tavolo era piuttosto irruento, era molto più aggressivo e istintivo. Poi ha avuto dei problemi di salute che l’hanno un po’ cambiato e anche come giocatore è diventato più razionale. E’ molto incisivo e produttivo, ha un rendimento notevole per essere uno sponsor».
In Italia sono solo due i grandi gruppi che prestano il proprio nome a un team di bridge (l’altro è la Lavazza) e non sempre i loro rappresentanti sono all’altezza. Ma Angelini è un ’eccezione, come conferma anche Massimo Ruggeri, speaker radiofonico e conduttore della “Signora in giallorosso”: «Conosco Angelini da anni, essendo anche io un giocatore di bridge e posso confermare che è molto bravo. E’ un tipo tranquillo, sereno, che pensa molto prima di fare determinate mosse». Potrebbe essere così anche per la Roma: «Sì, ma io a luglio l’ho incontrato a Caracalla dove c’era un torneo con più di 50 coppie e in quell’occasione abbiamo parlato solamente di carte».
In fin dei conti, poi, per Angelini parla il palmares: è stato campione del mondo nella Rosenblum nel 1998 ed ha anche vinto il Gran Prix CIO di Losanna nel 1999, 9 ori nella Coppa Italia (4 Libere e 5 Uomini) e 8 Campionati italiani a squadre. Tutti risultati che lo hanno condotto nel giro della nazionale italiana, con cui ha vinto 5 Champions Cup e 1 Campionato europeo a squadre. «Mi piace vincere – ha detto in un’intervista a proposito del suo sport – e sia nel bridge che nella vita adoro attaccare. Si dice che in questa disciplina a vincere è chi sbaglia meno, ma io non sono d’accordo. A me piace prendere l’iniziativa in tutto quello che faccio e finora ho sbagliato raramente, prendendo quello che volevo» .