La sconfitta per 1-0 di martedì sera subita dalla Roma all’Olimpico contro il Chievo rischia di complicare terribilmente la rincorsa all’Europa League. Anche il tecnico giallorosso ha le sue colpe, soprattutto le scelte iniziali di formazione, per la brusca battuta d’arresto della rincorsa alla qualificazione europea, ma quello che è intervenuto ieri a Roma Channel è un Aurelio Andreazzoli fortemente infastidito dalle critiche che gli sono piovute addosso dopo lo scivolone contro i clivensi.
“Come si vive l’essere esaltati un giorno e bocciati il giorno dopo? È storia recentissima. Ero fenomenale martedì pomeriggio e poi martedì sera ero un coglione. È normale, sappiamo come funziona. Ho rinunciato da quando sono l’allenatore alla lettura dei giornali, ad eccezione di una leggera rassegna stampa. Ho un’età che mi consente di sapere che le cose funzionano in una certa maniera. Certamente i complimenti fanno piacere mentre i dissensi infastidiscono ma ci siamo creati una scorza che ci dà la possibilità di difenderci. Il problema è più sui giocatori. Mentre io devo dare una prestazione diluita nel tempo – ha spiegato Andreazzoli – i giocatori sono chiamati a dare una prestazione di assoluta difficoltà e può creare insicurezze nei giocatori. Se chi non ci crede vada messo da parte? Se chi non ci crede è individuo fa poco rumore, se chi non ci crede ha l’opportunità di incidere su molte persone è gradito di farsi da parte. Chi è meno giovane magari è più provato da certe situazione ma non ho mai visto nessuno, nemmeno un anziano, accettare il mancato gradimento di chi va per sostenerlo”.