Chiamiamoli scherzi del destino, magari del calendario vista la situazione, ma il calcio da sempre ci ha abituati a tali sorprese: era il 21 agosto scorso quando la Roma, in quel di Milano, alzava ufficialmente il sipario sulla stagione 2010/2011. In palio c’era la Supercoppa Italiana, gli avversari erano quelli di sempre, l’Inter campione (di tutto ma non ancora del Mondo) e, l’occasione, era di quelle ghiotte per arricchire la bacheca giallorossa con il terzo “super-trofeo” della sua storia. Come è andata a finire, purtroppo, lo ricordiamo tutti (3-1 per i neroazzurri). Per di più, viste le prime giornate di campionato, quello tra Inter e Roma rischiava di essere il preludio di una stagione sciagurata. Invece oggi, dopo una serie altalenante di risultati, la squadra giallorossa gode della certezza di partecipare al prossimo turno di Champions League (doppia sfida con lo Shakhtar negli ottavi) e si trova a ridosso delle zone nobili della classifica di Serie A, con quel sogno nel cassetto ancora a portata di mano.Proprio così, perché quattro mesi dopo la finale di Supercoppa di Lega, la Roma è tornata sul “luogo del delitto” in occasione dell’ultimo match dell’anno: stessa città, stesso stadio. Stavolta, però, ad attenderla c’era il Milan capolista e, l’epilogo, è stato ben diverso (0-1 e “tutti a casa”, come hanno cantato i 2500 supporters romanisti che hanno sfidato freddo e chilometri per seguire i propri beniamini). Grazie a questa vittoria, in città, c’è la netta sensazione che la Roma, ora a “soli” 7 punti dal primo posto, possa lottare per lo Scudetto. Da Milano a Milano, appunto. In mezzo ci sono stati quattro mesi di Trigoria o, per meglio dire, di Fulvio Bernardini. Vale a dire allenamenti, strategie, ritiri, lavoro intenso (sul campo e alla lavagna). Tante le giornate, nel centro tecnico della Roma, scandite da sorprendenti episodi degni di nota. Non si può non menzionare John Arne Riise. Anche quando la temperatura è talmente rigida da far suonare l’allarme neve, Thunderbolt c’è. Ed è sempre il primo a fare ingresso in campo, a testare le condizioni del terreno, neanche fosse un rito. C’è anche la società: capita non di rado che Bruno Conti (con l’immancabile sigaretta), Pradè (spesso impegnato in lunghe conversazioni al telefono) o Montali assistano alla seduta da bordo campo. E ci sono i tifosi. Loro meritano un’attenzione particolare: si arrampicano sul muro di cinta, magari stanno in piedi sul tettino delle loro automobili, i più giovani saltano un giorno di scuola. Tutto pur di riconoscere qualche volto o semplicemente per gridare “forza Roma”.
24 AGOSTO 2010: la squadra prepara il debutto in campionato ma l’umore, dopo la sconfitta in Supercoppa, è sotto i tacchi. Ranieri, nel corso della seduta, si vede costretto a riprendere i suoi: “Veloci, veloci!“. E ancora: “Non vi fate mai vedere, vi nascondete!”.
2 SETTEMBRE 2010: la Roma ha appena incassato il colpo Borriello. Fuori dai cancelli del Fulvio Bernardini si scatena l’euforia dei circa duecento tifosi che, festanti, intonano cori ed espongono striscioni per il neo-attaccante giallorosso. Al termine del primo allenamento con i nuovi compagni, l’ex rossonero si intrattiene con i fans per scattare alcune foto.
21 SETTEMBRE 2010: la Roma si prepara per far visita al Brescia. La partenza, in campionato, non coincide con le aspettative dell’ambiente. Nonostante questo il gruppo è motivato ed i tifosi non abbandonano mai la squadra, neanche durante gli allenamenti. Uscendo dal campo, Pizarro urla: “Daje Roma”. I tifosi, divertiti, rispondono con un lungo applauso in onore del “Peq”.
23 SETTEMBRE 2010: il gruppo, il giorno dopo la disfatta di Brescia, torna a lavorare. Le inspiegabili, quanto discutibili, decisioni arbitrali hanno influito sul risultato finale. I tifosi sono dalla parte della squadra. I muri del Fulvio Bernardini raccolgono testimonianze di solidarietà verso Mexes e Ranieri: “Philippe Mexes eroe, Claudio siamo con te, Mexes a vita!“.
30 SETTEMBRE 2010: Ranieri, non è una novità, sprona i suoi uomini durante la seduta: “Più stretti con le marcature, martedì eravamo poco stretti”. Dice riferendosi alla partita casalinga di Champions col Cluj. Il tecnico testaccino, anche nella partitelle in famiglia, fa spesso sentire la propria voce.
12 OTTOBRE 2010: la squadra proprio non gira. A Trigoria si lavora in vista del match casalingo contro il Genoa e Ranieri dimostra di saper ben dosare bastone e carota. In questa occasione si complimenta con i suoi per i cambi di gioco provati in allenamento: “Bravi, questo è giocare a calcio”.
20 OTTOBRE 2010: la situazione in casa Roma stenta a migliorare. Dopo l’ennesima sconfitta (questa volta in coppa contro il Basilea), la dirigenza tiene a rapporto squadra e staff tecnico. Anche Rosella Sensi è presente all’incontro nel quale si paventa l’ipotesi, poi scongiurata, di un ritiro.
1 NOVEMBRE 2010: inizia il mese che segnerà una scalata importante nell’economia della stagione giallorossa. Da questo momento, le sedute di allenamento appaiono complete sotto ogni aspetto (tecnico, tattico, atletico). Il prossimo impegno in programma è la quarta giornata di Coppa, a Basilea. I giocatori tardano a scendere in campo in quanto analizzano assieme al mister, su dvd, gli errori commessi nella gara d’andata contro gli svizzeri.
6 NOVEMBRE 2010: la Roma, rinfrancata dopo la vittoria di Basilea, prepara la rifinitura in vista del derby. Per l’occasione Rosella Sensi è tornata a Trigoria, stavolta per caricare la squadra cui ha tenuto un breve discorso prima dell’inizio della seduta. Tra i tifosi, intanto, cresce l’attesa della stracittadina. In 150 hanno atteso, fuori dai cancelli del Fulvio Bernardini, l’uscita dei calciatori per caricarli e conquistarsi un autografo.
22 NOVEMBRE 2010: è la vigilia di Roma-Bayern. Piove copiosamente a Trigoria. Il primo ad entrare in campo è Riise che, invece di andarsi a riparare sotto la panchina, ha preferito raggiungere il centro del campo e allargare le braccia al cielo piovoso. Dopo il norvegese ecco Adriano che, non troppo entusiasta della pioggia, ha guadagnato in fretta la panchina coperta. Alla spicciolata entrano tutti i calciatori che guardano divertiti la tribunetta allestita per la stampa. Il clima disteso “contagia” anche Totti che, ai giornalisti, canta sorridendo: “Francesco fàcce un saluto…”. Il Mister, intanto, tiene alta la concentrazione, e grida: “Riscaldatevi bene, che con queste condizioni ho paura”.
27 NOVEMBRE 2010: Mirko Vucinic inciampa in una zolla del campo C. La caviglia sinistra subisce solo una leggera torsione, ma lo spavento per il montenegrino è enorme. I compagni lo soccorrono, mentre attende di essere trasportato fuori dal campo con la macchinetta elettrica. Dopo i primi controlli effettuati, l’attaccante, escluso dalla lista dei convocati per Palermo, ha lasciato Trigoria a bordo della sua auto.
2 DICEMBRE 2010: all’esterno del Fulvio Bernardini, una decina di tifosi dà vita ad una protesta contro la Tessera del Tifoso. Vengono accesi fumogeni e indirizzati cori alla presidente, alle forze dell’ordine e al ministro Maroni. Poco dopo è giunta sul posto una vettura della polizia per monitorare la situazione.
10 DICEMBRE 2010: clima disteso in allenamento. I giocatori, impegnati nel torello durante la seduta, ridono e scherzano: Totti e De Rossi si divertono a sbagliare i passaggi per essere ripresi da tutti i compagni. Tra i più coinvolti c’è Burdisso, protagonista col Capitano del diverbio nel finale di Cluj-Roma.
17 DICEMBRE 2010: la squadra si prepara all’ultima fatica dell’anno. All’orizzonte c’è la trasferta col Milan. Borriello, che ha riportato la frattura della mascella nella vittoriosa gara col Bari, si è allenato con una mascherina protettiva. Da giorni, pioggia e vento hanno lasciato spazio ad un freddo polare, insolito da queste parti. In più di un’occasione la colonnina di mercurio si è attestata fra i 4 e i -3 gradi, costringendo tutti, tranne il vichingo Riise, a bardarsi fin sopra la punta dei capelli.
Mentre il pullman si mette in marcia verso l’aeroporto, comincia a scendere sul Fulvio Bernardini qualche fiocco di neve.
La Roma lascia Trigoria. A Milano ha portato con sé un sipario giallorosso calato, dopo il triplice fischio, nella scala del calcio. I lavori riprenderanno il 27 dicembre e, fino ad allora, nel quartier generale giallorosso regnerà un insolito silenzio.
Marco Calò