Dalla Gazzetta dello Sport:
Ma cosa pensano addetti ai lavori e la famosa «ggente» dell’operazione-Adriano? Piace o non piace? Vale la pena scommettere su un giocatore che ha un grande talento, ma ha anche un debole per la birra e le belle ragazze? Nelle radio private, dopo lo scetticismo iniziale, sentimento prevalente è quello di «proviamoci, perché se la scommessa riesce può essere un grande colpo, non c’è paragone tra i nomi che circolano e Adriano». Perché no? Sebino Nela è un moderato sostenitore del partito «massì, rischiamo»: «Il talento di Adriano non si discute. Ha grandi qualità, è uno che vede la porta e non dovrebbe pagare il prezzo dell’inserimento perché conosce benissimo il calcio italiano. Il problema è quello, inutile girarci intorno: cosa succederebbe, se dovesse cedere alla sua fragilità? La Roma deve tutelarsi in questa direzione, e non solo preparando un contratto con le famose clausole. Credo che la Roma debba creare una rete di protezione per evitare che Adriano ceda nuovamente alle sue debolezze. Di più: un sostegno importante, anche psicologico, potrebbe aiutarlo a superare una volta per tutte le sue problematiche. Se Adriano torna a fare Adriano, ci sarà da divertirsi, altrimenti la Roma avrà perso una scommessa, ma vista com’è la situazione economica, vale la pena rischiare». Da bomber a bomber Roberto Pruzzo è scettico: «Questa storia di Adriano mi sembra quasi una mossa obbligata, come se la Roma non avesse altre opportunità. Se ci fossero alternative, le seguirei per non correre rischi. Conosco bene Dunga, ho giocato con lui, è uno intransigente e se ha ritenuto di non portare Adriano al Mondiale, ci sarà un motivo. Se invece Adriano torna a fare il calciatore in modo serio, questa mossa della Roma può rivelarsi un grande affare».